Reggio non si broglia: «La sentenza del Tar certifica solo un atto fuori tempo»

Si era fatto promotore di una raccolta di firme da consegnare al prefetto con le richieste dei cittadini dopo la scoperta dei brogli elettorali. A qualche giorno dalla sentenza del Tar sulla vicenda che ha riguardato il Comune di Reggio Calabria torna ad esprimersi il comitato “Reggio non si broglia”.

«Abbiamo atteso qualche giorno prima di esprimerci sulla sentenza del Tar in merito ai brogli elettorali, non di certo perché abbiamo subito il colpo, ma soltanto perché bisogna dare la giusta importanza alle cose – scrive in una nota – abbiamo nel contempo atteso le reazioni di quella politica che oggi continua ad amministrare abusivamente la nostra Reggio! L’autorità giudiziaria sta continuando il suo lavoro, confermando il divieto di dimora per i soggetti incriminati, benché Falcomatà&Company esultino in maniera smodata per cercare di capitalizzare politicamente la sentenza del Tar.

Piuttosto, adesso ci sembra ancora meno giustificabile la mancata convocazione del famigerato ed osteggiato Consiglio comunale aperto dedicato alla vicenda dei brogli; eppure fra le dichiarazioni dei festanti, ancora non è emersa alcuna volontà di confrontarsi con la città su questo delicato tema che ha rilievi di etica politica e penali, ed è ancora tutt’altro che risolto. La sentenza del Tar, che accogliamo con serenità e fiducia, certifica semplicemente che l’atto è fuori termine e le valutazioni riguardano un centinaio di voti, senza però specificare se gli atti burocratici a monte sarebbero validanti o meno, ad iniziare dalle nomine degli scrutatori per finire ai verbali dei seggi imbrogliati. Ma questa è storia giuridica, nel senso tecnico piu stretto, che non ci appassiona nè ci riguarda, avendo noi a cuore il valore della Democrazia e quello della Libertà.

Piuttosto ci teniamo a considerare ancora di più di prima  le non più recenti parole del procuratore Bombardieri: “C’è un quadro delittuoso ben più ampio e l’indagine non si è conclusa», o quelle di quando ha parlato senza mezzi termini di «macchina organizzativa dell’indagato Castorina» e di «arroganza delle condotte», tutte cose che andranno chiarite dentro un Tribunale penale. Se comunque l’operato della magistratura ha il suo corso e la giustizia ha i suoi tempi, che vanno certamente rispettati, un’altra questione non è possibile eludere e di cui la politica deve farsi carico come da sempre continuiamo a sollecitare, ovvero la questione morale, altrimenti si rischia di relegare il concetto di democrazia ad uso e consumo di propaganda e di slogan. La democrazia è  fatta di azioni concrete, altrimenti si tratta di meri testi di saggistica, utili al più a mascherare dispotismi così come incapacità.

Non c’è via di mezzo e in questi ultimi mesi, il secondo tempo di Falcomatà è fortemente caratterizzato da tutta una serie di atti poco trasparenti, e non diciamo nulla di nuovo nel rilevare come oramai sono mesi che la Sala del Consiglio comunale resti chiusa. Una situazione assurda, che infiacchisce sempre più l’opinione pubblica sommersa dai rifiuti e relegata ad un degrado quotidiano! Chi amministra la città ha il dovere di dare voce ai cittadini e di chiarire qualsiasi dubbio sulla propria legittimità perché, è bene ricordarlo, chi amministra una città non lo fa per delega divina, bensì per preciso mandato popolare. Dunque, oggi quale paura si ha nel convocare un Consiglio comunale aperto dedicato ai brogli, aprendo il dibattito su cosa sia avvenuto a Reggio e su quali misure siano state assunte per evitare che il voto sia alterato anche in futuro?».

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