Attraversamento dello Stretto e necessità di posti auto in città: Bellantone (Pd): «Il molo sottoflutto potrebbe essere la soluzione»

Riceviamo e pubblichiamo da Filippo Bellantone

Villa San Giovanni vive da decenni immersa nell’enorme problematica del traffico dovuto al transito di oltre 4 milioni di veicoli l’anno da e per la Sicilia. Un’enorme mole di mezzi che ha costretto la città a cedere una significativa parte del proprio territorio che va dal Viale Italia al Lungomare Cenide comprendendo finanche un consistente tratto di litorale utilizzato come parcheggio permanente.  Volendo soffermarci principalmente su come abbia inciso una tale entità di traffico sull’utilizzo del territorio, tralasciamo qui ogni considerazione sulle “dosi” di gas di scarico e polveri sottili in generale, e puntiamo l’attenzione, sulla quantità di territorio “votato” al sacrificio dell’attraversamento dello stretto da quasi mezzo secolo.

Come detto infatti sono oltre 4 milioni i mezzi in transito durante l’anno. Ma spesso non si considera un’altra massiccia categoria di veicoli che quotidianamente si riversa sul territorio villese. Vale a dire quella dei cosiddetti pendolari dello stretto che conta un volume stimato tra 150 e 200 veicoli che giornalmente devono trovare spazio nelle zone prossime agli imbarchi di Caronte. Suo malgrado, a questa esigenza si trova a rispondere il quartiere Immacolata, che per questa sua posizione resta costretto a funzionare da polmone di stoccaggio per la quasi totalità dei pendolari. Un altro importante pezzo del nostro territorio consumato dall’attraversamento dello stretto. Da testimonianze dirette ho potuto constatare, il disappunto dei residenti e la necessità dei lavoratori di dover parcheggiare, per di più considerato che l’alternativa del lungomare Cenide, già prima insufficiente, oggi è diventata inesistente per la cantierizzazione del medesimo tratto.  

In sostanza una situazione assai pesante destinata a peggiorare fortemente a settembre, con l’inizio delle attività scolastiche e con la ipotizzata diminuzione dello smart working. Questi fattori, che oggi stanno alleggerendo di molto la pressione dei pendolari, senza una significativa alternativa da mettere subito in campo delineano comprensibilmente una situazione votata a divenire intollerabile. E non sembra utile a nessuno pensare di dover ricorrere a vecchie soluzioni: strisce blu sulla maggior parte del territorio?! Francamente vorremmo evitare di ricalcare scene e fatti già vissuti… Tutto cambia per non cambiare niente!

Alla luce di questo quadro sconfortante e ascoltata la grandissima preoccupazione tra i residenti, ho partecipato a diversi incontri svolti nel quartiere, dando da tecnico la mia disponibilità a studiare la problematica. Il tentativo è quello di trovare una soluzione condivisa che possa coniugare: la necessità di liberare il quartiere Immacolata, sopperire al bisogno di circa 200 posti auto per i pendolari e durare il tempo necessario alla realizzazione del nuovo parcheggio di Via Mazzini e magari alla conclusione dei lavori di rifacimento della Via Marina.

Un problema non semplice…Ma questa soluzione sembrerebbe esserci! Dall’analisi degli spazi disponibili la risposta potrebbe arrivare dalle aree a terra dell’attuale molo sottoflutto. Queste aree sono in parte libere e di pertinenza comunale e in parte già adibite quale parcheggi a servizio delle attuali concessioni per gli approdi turistici. Più in particolare da uno studio sulle geometrie disponibili e sugli spazi necessari e conformi alla normativa specifica sulle aree di parcheggio pubbliche all’aperto, risulterebbe possibile realizzare immediatamente circa 240 posti auto, di cui oltre il 10% per diversamente abili. L’area in questione è già nella disponibilità comunale, basterebbe quindi rimodulare la distribuzione attuale in accordo coi concessionari, o qual ora tale accordo non si “possa” raggiungere, attendere la scadenza delle concessioni a novembre. 

Per di più si consideri che questi parcheggi potranno e dovranno essere a pagamento!! Con una stima di introito per l’Ente di oltre 30.000 € annui. Somme da destinare alle mille problematiche di mobilità sostenibile della città. A questo si aggiunga che, anche altri amici e professionisti della città stanno verificando diverse e integrabili altre soluzioni che spero presto possano essere messe in campo.  Da tecnico, da ex consigliere comunale di questa città, da uomo di partito del PD e non ultimo da cittadino partecipe, metto quindi a disposizione dei residenti del quartiere Immacolata e della città tutta, l’idea e lo studio condotto per cercare una soluzione ad una problematica che nei prossimi mesi potrebbe diventare insostenibile e che invece potrebbe trasformarsi in un’opportunità per la città e per molti concittadini!

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