Comune di Reggio, Morisani: «La città ha bisogno di chiarezza»

«Le dimissioni sono l’unico atto politico che acclara una netta linea di demarcazione tra chi privilegia l’utilità personale rispetto a quella collettiva». Così Pasquale Morisani, presidente Stanza101#AmaReggio che si unisce al coro di quelli che vedono come unica via d’uscita dalla crisi del Comune reggino il fare tabula rasa.

Nel commentare la situazione di stallo (almeno fino all’interpatitica di domani era) Morisani parla di «Opportunismo untuoso e posizionamento di circostanza sono le due condizioni che regolano questa lunga favoletta delle dimissioni che i consiglieri comunali ci propinano da qualche settimana, confessandoci palesemente che per loro si tratta di un serio problema esistenziale- in sintesi – sono i consiglieri comunali gli attori di questa triste vicenda della sfortunata Città in cui viviamo.

Il dramma socio-psicologico sarebbe già risolto se ci fosse la Politica che, purtroppo a Reggio latita da troppo tempo, né la stessa classe politica riesce a coinvolgere la società civile a concorrere al futuro che a Reggio compete».

Va giù duro Morisani e spiega «A Reggio Calabria la democrazia è stata presa a calci, derisa e vilipesa, per cui sarebbe sufficiente, per ciascun consigliere e ciascun partito, prendere atto che la Città da ben sette anni è sgovernata, producendo solo buche, rifiuti e tasse e che questo Consiglio, per brogli elettorali acclarati, è illegittimamente insediato.
Oggi, né a livello politico né a livello istituzionale, si acclara che vi è un sindaco condannato da un Tribunale e quindi non più legittimato a governare.

25 anni addietro in Italia è stata approvata la norma innovativa che prevede l’elezione diretta del Sindaco, dei presidenti di Provincia e di Regione; nei capitoli legislativi era chiaramente spiegata la ratio per cui la scelta elettiva veniva proprio demandata al Popolo per conferire autorevolezza ad un mandato di alta democrazia partecipativa. Quando questo rapporto fiduciario viene meno, come nel caso del Sindaco condannato, la stessa ratio legislativa indurrebbe, in un sussulto di etica politica, le dimissioni del Sindaco, della Giunta e del consiglio.

Così non è stato e neppure ai cittadini viene ricordato che un’altra mezza dozzina di politici sodali del Sindaco sono stati condannati con lui; neppure questi ultimi hanno avuto l’amabilità di uno scatto di orgoglio dimissionario. Dunque la volontà popolare non conta più a Reggio?».

In conclusione: «Crediamo che questa Città abbia bisogno di chiarezza, sia nelle posizioni del centrosinistra che in quelle del centrodestra; crediamo, inoltre, che quel che connota la differenza tra militanti e mestieranti della politica, in questa Città ed altrove, non sia soltanto il canovaccio dottrinario, ma anche l’etica dei comportamenti. Su queste considerazioni, ribadiamo che la forza delle idee è la nostra forza, in netta contrapposizione ad ogni potere e ad ogni strategia dei poteri forti e degli ambigui».

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