Comune di Reggio, Malaspina: «Consiglio delegittimato. Non è un atto eroico il mio, ma da militante»

«L’atto non era dovuto, ma sentito. Non è di pancia, ma ragionato. Non un atto eroico, ma un atto militante». In tanti le hanno sventolate ai quattro venti, ma solo lui le ha consegnate realmente. La scorsa settimana il consigliere di Reggio Attiva, Nicola Malaspina, aveva dato le dimissioni. Stamane una conferenza per spiegare le ragioni di un gesto per il quale ha ricevuto approvazione bipartisan.

«Non ho mai convocato una conferenza stampa, ho lavorato in questi mesi per il bene della città, senza manie egocentriche, perché non fa parte del mio modo di fare politica. Sono qui oggi perché ho sentito l’esigenza di rappresentare, in maniera più ampia le motivazioni di questa mia scelta e per rendere omaggio a coloro che mi hanno concesso l’onere e l’onore di rappresentarli in consiglio comunale, facendo una carrellata sull’attività che ho svolto in questi mesi, quotidianamente in commissione e nei pochi consigli comunali convocati in questi mesi».

Il secondo tempo dell’amministrazione Falcomatà «lo abbiamo visto è iniziato malissimo con la tempesta che si è abbattuta sul consiglio comunale con la vicenda di Castorina e dei brogli elettorali; successivamente abbiamo visto che l’amministrazione della città ha lasciato molto a desiderare. La richiesta prima dei reggini, in campagna elettorale, era di un ritorno alla normalità, che non c’è stato, anzi la situazione è peggiorata.

Ed infine abbiamo subito la seconda tempesta giudiziaria legata alla condanna in primo grado di Falcomatà. Questo consiglio è delegittimato: e allora non vi era un atto diverso, non vi era la possibilità di esprimere in modo diverso il dissenso verso l’amministrazione se non attraverso le dimissioni. Un atto forte ed irrevocabile ma l’unico atto che la città avrebbe compreso.

Anche dal punto di vista della rappresentanza è venuto meno il vincolo tra elettori ed eletti. il sindaco ha chiesto per sé di essere rieletto. Nessuno poteva immaginare quello che poi è accaduto con un facente funzioni a prendere il suo posto. Se i cittadini hanno scelto Falcomatà e non Brunetti c’è qualcosa che non va nella legge e in questa legge elettorale».

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