Caro bollette, i comunisti reggini puntano i fari sull’emergenza

Riceviamo e pubblichiamo Per il Movimento per la Rinascita del P.C.I. e l’Unità dei Comunisti – coordinamento Provinciale Lorenzo Fascì

I cittadini italiani sono esasperati per gli aumenti inarrestabili delle bollette gas e luce. Le industrie sono costrette ad aumentare i prezzi a causa dell’aumento delle materie prime. I mass media rivolgono accuse verso i paesi fornitori di energie quali la Russia; il Libano e così via, per la riduzione delle forniture che ha causato l’aumento dei prezzi. Ma, c’è da domandarsi: perché l’Italia e l’Europa non hanno pensato a politiche energetiche volte a realizzare l’autonomia energetica? Parliamo di energie rinnovabili; di energie cioè prodotte da fonti energetiche riprodotte da elementi naturali e non soggette ad esaurimento, prive di emissioni inquinanti.

Ecco, crediamo che si possa definire miope e cieca l’attenzione (o meglio la disattenzione) del Governo Italiano (degli ultimi Governi) e della Commissione Europea sul problema energetico. Quanto ha investito l’Europa per sviluppare politiche di produzione di energia verde? Quanto ha fatto l’Italia nello stesso senso? Anni orsono, per alcuni anni, il Governo ha finanziato bonus; ha garantito finanziamenti a tassi agevolati; ha con il gestore nazionale per le energie incentivato la realizzazione di impianti fotovoltaici ed altri sistemi di energia pulita. Poi stop. Annullati tutti i benefici e da anni non si investe più in questo senso. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti; siamo con risorse scarsissime di gas e di fonti energetiche.

Cosicchè oggi il Governo prevede di stanziare 7 miliardi di euro per “raffreddare” i prezzi di luce e gas ed altrettanti ne ha investito nei mesi scorsi. Ma, con 7 miliardi quanti impianti fotovoltaici o altre forme di energia verde si sarebbero potuto realizzare? È solo un rimedio ad “effetto placebo”. L’Italia ha un deficit energetico alto (produciamo il 40% del fabbisogno): in tempi normali importiamo 25 miliardi di fonti energetiche. Da quando si è aperta la crisi il deficit è passato a 85 miliardi, pari al 4,7% del PIL. C’è da aggiungere altro per affermare che il problema energetico va affrontato alla radice e non con decisioni tampone? Ma le colpe non sono solo dei Governi Italiani ed Europei.Le colpe vanno spalmate anche e soprattutto sugli Enti locali.

La Regione Calabria, per esempio, perché non ha utilizzato i fondi POR per investire nelle energie rinnovabili; nell’immagazzinamento di energia; nell’utilizzare l’energia che producono le onde marine o quella che si può ricavare utilizzando le acque fluviali. Se volessimo trovare un esempio di politiche energetiche dovremmo tornare indietro di 15 anni allorquando la Giunta Loiero (Assessore all’Urbanistica Michelangelo Tripodi)aveva programmatodi utilizzare le corsie dismesse del tratto di autostrada tra Scilla e Bagnara per creare energia. In in particolare il progetto (proposto dall’arch. Anna Cassalia) prevedeva di utilizzare i 38 milioni di euro, originariamente destinati dall’Anas per l’abbattimento delle corsie dimesse, per finanziare il progetto che prevede il riutilizzo delle stesse per la realizzazione di una centrale fotovoltaica, consentendo così alla Regione Calabria di porsi quale attore primario per la produzione di energia pulita.

Dopo di che il silenzio più assoluto. Ma perché le Amministrazioni territoriali non investono in incentivi volti alla produzione di energie pulite? Ricordo che il 15.02.2012 – cioè 10 anni orsono – si è siglato il “Patto dei Sindaci” con il quale i Sindaci Calabresi si sono impegnati alla riduzione – entro il 2020 – del 24% di emissione di CO2, tramite la attuazione di azioni mirate per l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Siamo al 2022 che fine ha fatto quell’impegno? Per arrivare alla nostra Comunità. Perché l’Amministrazione Comunale – che pure ha sottoscritto quell’impegno – non ha avviato politiche per realizzare impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici comunali e provinciali? Chi lo impedisce? Quanta energia si potrebbe produrre con la realizzazione di un grande impianto sul tetto del CEDIR? E di tanti altri impianti sui tetti delle scuole del territorio?

Ed ancora, perché non realizzare dei medesimi impianti sul tetto del GOM e di quello del Morelli?Cosa lo impedisce se non la miopia di chi Governa? Ed ancora perché l’Amministrazione Comunale non investe i fondi del PNRR in arrivo per dare incentivi ai Condomini per installare sui tetti dei fabbricati condominiali impianti fotovoltaici? Ed ancora: la Calabria e la nostra Provincia è ricca di torrenti. Perché non si investe in energia idroelettrica prodotta da moti di acqua? Perché non usare\utilizzare l’elettricità cinetica prodotta da cascate fiumi e onde marine? Sono tutte domande che aspettano risposte; da anni, anzi da decenni aspettano risposte. Ma oggi ci rendiamo conto che non c’è più tempo; anzi siamo in grande ritardo e tuttavia bisogna con estrema urgenza avviare politiche attive, mirate e lungimiranti.

Abbiamo le risorse; bisogna solo utilizzarle ed incanalarle per produrre energia: pulita, verde e rinnovabile. Le Amministrazioni sono chiamate in causa. Aspettiamo; i cittadini aspettano risposte. Solo così si potrà ridimensionare il costo energetico. È urgente trovare soluzioni, basti pensare ai cittadini che vivono di pensione sociale: come possono pagare bollette a volte più alte del rateo pensionistico? Non possiamo in ultimo non ricordare che uno dei tanti progetti suggeriti nella prima campagna elettorale che ha portato a Sindaco Giuseppe Falcomatà era proprio quello relativo agli investimenti in energie rinnovabili.

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google