Polistena, la manifestazione per la pace scatena le polemiche. Pisano: «Diamo alloggi piuttosto che slogan privi di significato»

La manifestazione per la pace organizzata questa mattina a Polistena, ha scatenato forti critiche da parte del capogruppo consiliare di “Polistena Futura” Francesco Pisano, che ha puntato il dito contro l’Amministrazione comunale targata Michele Tripodi, rea a suo dire, di non aver fatto intervenire la minoranza e soprattutto di non aver condannato la Russia per aver provocato la guerra in corso.

«In una piazza dove non si è mai accennato alle responsabilità della Russia, dove non si è mai accennato alle responsabilità di Putin, dove i luoghi comuni della politica delle chiacchiere hanno dominato la scena senza condannare chi ha sganciato bombe sui civili – ha affermato Pisano – e dove l’innocenza dei bambini ha fatto da cornice, si è svolta una manifestazione in cui la minoranza in Consiglio comunale non ha potuto fare un intervento nonostante la richiesta fatta al sindaco con Pec del 9 marzo scorso.

In una piazza dove alle ragazze che sventolavano uno striscione con i colori della bandiera ucraina è stato detto di toglierlo, in una piazza in cui chi ignora determinati messaggi si rende complice di un inganno, in quella piazza noi ci siamo andati lo stesso per ribadire che davanti a temi così importanti non si può essere divisi. Pur essendo consapevoli della complessità della situazione che ha generato questo conflitto, non c’è alcun dubbio che chi sgancia bombe e uccide civili si colloca dalla parte sbagliata della storia. Non si può non condannare chi ha lasciato la strada del dialogo per dare spazio alle armi procurando la morte di tanti civili tra cui molti bambini».

Per Pisano, «una piazza che non condanna chi aziona questa carneficina non è una piazza che ci può rappresentare. Tutti quei bambini presenti in piazza a Polistena devono capire che non basta disegnare la bandiera della pace ma bisogna perseguire la pace giorno per giorno. Non illudiamo le nuove generazioni con i luoghi comuni, non confondiamo le menti dei nostri giovani con slogan spesso vuoti di significato. C’è chi vive per questo e sono i piccoli uomini che hanno bisogno dei grandi palcoscenici.

Due milioni e mezzo di donne, bambini, anziani sono in fuga dalla guerra, questa è un’emergenza umanitaria e la risposta più adeguata di una comunità e delle sue istituzioni sarebbe stata quella di mettere a disposizione le strutture pubbliche, ostelli e case confiscate ed acquisite dal Comune (come abbiamo proposto). Nulla di tutto questo è stato fatto. Si invitano le persone ad ospitare profughi. Tutti bravi a parlare – ha concluso il consigliere di minoranza – ad immedesimarsi nei piccoli ucraini che vivono un dramma epocale ma nei fatti si scarica la responsabilità su altri. In questo momento sarebbe più opportuno aprire le porte di un alloggio sicuro piuttosto che aprire la bocca per ripetere frasi buone per ogni circostanza bellica».

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