Pellaro, mancano i locali per il poliambulatorio e l’Ancadic incalza: «Nessuna soluzione»

Riceviamo e pubblichiamo dal referente Ancadic Vincenzo Crea

L’ANCADIC ha richiesto più volte la riapertura della struttura polispecialistica territoriale di Pellaro in edifici che garantissero sicurezza agli utenti e al personale sanitario e amministrativo. 

A seguito di un incontro tenutosi nel mese di novembre 2021 su invito della Direzione Sanitaria dell’ASP di Reggio Calabria  nella  persona  del  Direttore  sanitario  dott.  Domenico Carbone, è emerso che   il Comune di Reggio Calabria non è riuscito a reperire i locali idonei per la riapertura del poliambulatorio di Pellaro. 

Al riguardo l’ANCADIC con successive note tra cui quella del 1 dicembre 2021 ha suggerito che il Comune di Reggio Calabria nell’immediato  potrebbe utilizzare alcuni locali tra cui la sede della ex delegazione comunale di Pellaro in stato di abbandono e degrado generale, previo le dovute verifiche tecniche.  Al riguardo già con nota del 31 gennaio 2018 evidenziavamo  che il palazzo della vecchia delegazione  municipale è manchevole del glorioso orologio  e chiedevamo a quando il restauro della carente  e pericolante struttura che era il simbolo della responsabilità civica dell’originario Comune di Pellaro.  Nulla è stato fatto, nessuna comunicazione è pervenuta a questa associazione.

Oggi prendiamo atto che sebbene la ex delegazione municipale è da tanto tempo chiusa e in stato di completo abbandono, la porta dell’ingresso principale non è stata più aperta da quando è caduta una porzione del torrino che sosteneva l’orologio evento che avrebbe costretto gli uffici comunali a rimuovere l’orologio, riscontriamo che lo stesso edificio nonostante la sua precarietà  viene utilizzato da persone a che titolo non è dato sapere, tant’è che intorno alle ore 19,00 dello scorso 18 marzo  si notava dalle finestre che l’edificio all’interno era illuminato e  nei locali  vi erano delle persone che intorno alle ore 20,00 uscivano dall’ingresso  retrostante chiudendo il cancello del cortile. Anche sabato sera alle ore 18,30  i locali erano illuminati e delle persone entravano dall’accesso retrostante. Chi paga la corrente attualmente? Il Comune ne sta traendo un canone di affitto di un edificio non sicuro?  

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