sabato,Aprile 27 2024

Patto per Reggio, la consigliera Iatì: «Si tace sul debito complessivo di 740 milioni di euro»

Per la consigliera di opposizione: «L'assessore al Bilancio conosce la performance negativa sulla gestione del bilancio comunale del primo e secondo tempo Falcomatà»

Patto per Reggio, la consigliera Iatì: «Si tace sul debito complessivo di 740 milioni di euro»

Sullo schema di accordo “ratificato” qualche giorno fa in Consiglio Comunale che porterà nelle casse del nostro Comune una somma di ben 137 milioni di euro torna a riferire la consigliera d’opposizione Filomena Iatì, di “Impegno e identità”.

Una battaglia di chiarimenti la sua, portata avanti nelle commissioni che hanno ospitato dirigenti ed anche l’assessore al Bilancio, Irene Calabrò. Risposte date ma che non sono servite a colmare dubbi. Bacchetta la maggioranza Iatì: che «continua a voler far passare il messaggio “quanto siamo stati bravi…”. Apparenza, passerelle di comunicati piene di parole vacue e di slogan propagandistici che tentano di sviare l’attenzione del cittadino reggino sulle vere cause di questa conclamata e grave situazione economica e finanziaria del Comune. Il finanziamento è sicuramente un fatto positivo per la nostra città, che deve essere accolto come segno di vicinanza del Governo e con lo stesso atteggiamento di umiltà tenuto sia a Napoli che a Torino dove i rispettivi Sindaci hanno salutato con favore il provvedimento garantito solo ed esclusivamente per volontà del Governo che ha voluto dare un aiuto concreto per affrontare problemi irrisolti della situazione finanziaria di alcune città metropolitane.

Tra queste c’è la nostra città. A fronte di questo importante sforzo finanziario (ma anche politico ed amministrativo) dello Stato, rinviene con maggiore forza un elemento che caratterizza questo finanziamento differenziandolo dagli altri finora riconosciuti anche alla nostra città.

Il Patto concentra sul Comune e sulle sue energie il compito di perseguire gli obiettivi di risanamento, nonché quelli di corretta e tempestiva definizione e realizzazione degli investimenti necessari per la crescita e il benessere della sua comunità sul principio della responsabilità.

A Napoli, Torino e Palermo non si è sottaciuta la realtà, la comunicazione è stata obiettiva e il confronto partecipato. A Reggio, invece, questo non è accaduto perché la variegata maggioranza non ha avuto il coraggio né ha sentito il dovere civico di comunicare le cause di questa perdurante criticità del bilancio comunale e di come questo Patto potrà essere l’inizio del risanamento della città. Ha preferito fare lo struzzo. Ha preferito parlare del beneficio, il finanziamento di 137 milioni, ma non delle cause che hanno determinato l’aumento del disavanzo e del debito finanziario.

Chi in questi giorni, attraverso uno sterile comunicato, ha continuato ad autoincensare l’attività del Sindaco sospeso e della classe dirigente avrebbe tranquillamente potuto partecipare al dibattito consiliare, ma ha preferito non “metterci la faccia” per non offendere l’intelligenza dei reggini!

Ha alzato la mano in maniera “anonima” per votare favorevolmente la proposta di accordo per il finanziamento, salvo poi affidare ad un farneticante comunicato i ringraziamenti per il risultato conseguito.

Ma quello che lascia basiti è l’atteggiamento dell’assessore al bilancio che continua ad ostinarsi nella diffusione dell’importante ruolo che ha avuto la classe dirigente della nostra città nelle determinazioni governative!

Capisco che la narrazione di regime lo impone, ma l’assessore è sicuramente a conoscenza dei dati forniti al Governo sul debito complessivo dell’amministrazione, nonché sulla performance negativa sulla gestione del bilancio comunale del primo e secondo tempo Falcomatà!

Nella sua recente dichiarazione rilasciata ad una testata giornalistica online, ha comunque raggiunto l’apice della manipolazione comunicativa facendo passare il debito finanziario di circa 400 milioni di euro quale importo relativo al fondo crediti di dubbia esigibilità. Acrobazia interpretativa che non ha fatto altro che acclarare la “impreparazione culturale” nell’affrontare la realtà.

L’assessore avrebbe magari potuto accettare l’invito a presentarsi in una nota emittente televisiva locale e sottoporsi al confronto con la sottoscritta, confronto che avrebbe potuto costituire un contraddittorio democratico per spiegare meglio e nel dettaglio ai reggini tutte le presunte azioni virtuose messe in campo per far fronte alla difficile situazione finanziaria trovata al momento dell’insediamento del Sindaco sospeso nel lontano 2014 e di come soprattutto questa Amministrazione intenda “lasciare un segno per il futuro”. Un’occasione persa o una fuga strategica?

In effetti sarebbe stato impossibile spiegare cosa è stato fatto per diminuire il debito del Comune di Reggio Calabria atteso che, partendo dal deficit di 140 milioni nel momento in cui i commissari hanno dichiarato il pre-dissesto, il debito complessivo non è assolutamente diminuito ma, anzi, è aumentato in modo incontrollabile, fino a toccare, complessivamente, 740 milioni di euro.

Il debito complessivo di 740 milioni è il risultato del disavanzo pari a 339 milioni di euro del 2020 e di circa 400 milioni di euro di debito finanziario, così come dettagliatamente indicato dal dirigente del Settore Finanze Consiglio in sede di commissione bilancio.

Il debito finanziario è un concetto diverso dal Fondo Crediti di dubbia esigibilità che in contabilità finanziaria rappresenta un fondo rischi diretto ad evitare l’utilizzo di entrate di dubbia e difficile riscossione. In altri termini il FCDE è un fondo rischi che si riferisce a crediti che l’Amministrazione potrebbe non incassare mai – ecco perché di dubbia esigibilità – riferiti ad anni precedenti.

Ancora oggi, dopo otto anni non si comprende perché questa Amministrazione ed in particolare l’assessore al bilancio cerchino di arrampicarsi sugli specchi, persistendo nell’atteggiamento reticente di chiarezza sul bilancio dell’Ente comunale che, al di là delle oggettive criticità ereditate, sconta tuttavia una mala gestio delle entrate tributarie aggravata dalla scarsa capacità di riscossione dei tributi che ammonta al 43% circa contro una media nazionale del 63%. Questo per ribadire ancora una verità che nasce dalla consultazione dei documenti ufficiali e non dalla comunicazione romanzata di questa maggioranza comunale. Sicuramente questi Amministratori non hanno la volontà di fornire elementi chiari e dettagliati sul bilancio comunale, e continueranno ad agire sul solco fin qui tracciato, ma questo comportamento ha un orizzonte limitato se è vero come è vero che questa operazione verità sul bilancio del Comune di Reggio Calabria sia stata oramai conclusa dai preposti organismi di controllo».

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