giovedì,Maggio 2 2024

Villa San Giovanni, Caminiti batte il centrodestra: «La nostra è un’esperienza che suscita entusiasmo»

Ampio il divario con Marco Santoro che accetta la sconfitta e fa autocritica: «Qualcosa non è andata bene. I villesi hanno messo una pietra sul passato». Strali di Bueti sulla «macchina arrogante del potere»

Villa San Giovanni, Caminiti batte il centrodestra: «La nostra è un’esperienza che suscita entusiasmo»

Ha vinto Giusy Caminiti. L’entusiasmo in via Garibaldi, dove ha sede la Lista civica per Villa, la travolge quando decide di lasciare casa, dove aspettava in religioso raccoglimento con parenti e amici stretti, il risultato finale, o comunque un dato sostanzioso che confermasse la progressione da vittoria testimoniata dai numeri che arrivavano dai seggi. Incredula ed emozionata si è lasciata andare in una sorta di abbraccio collettivo coi suoi quando il vantaggio, ad urne aperte, ha sfiorato le mille preferenze. In sede c’erano un po’ tutti, dall’ex presidente della Provincia Cosimo Antonio Calabrò all’ex assessore reggino Giovanni Muraca, per dirne alcuni.

Segno che la sua candidatura civica ha attirato diverse anime di un centrosinistra che ha preferito autolacerarsi piuttosto che competere direttamente. «Non ci aspettavamo, onestamente, una vittoria di così larga misura – ha detto a IlReggino il neo sindaco -. Abbiamo sempre pensato comunque di correre sul filo. È stata una campagna elettorale entusiasmante, e probabilmente la città ha sentito quest’aria di novità, di entusiasmo. Rimaniamo con i piedi per terra perché c’è tantissimo da lavorare, c’è la città da ricostruire, abbiamo la voglia e il desiderio di ripartire da una comunità che vuole ricostruire la sua città. Diciamo quello che abbiamo sempre detto fino a ora: Villa bisogno di rinascere, Villa ha bisogno della sua identità culturale, ha bisogno della sua comunità che faccio da scudo attorno alla sua amministrazione.

Ci impegniamo per un’istituzione vera, reale, partecipata, rappresentativa di questo comune. Ci impegniamo per l’ordinario e programmiamo e pensiamo ai progetti di Villa del futuro, perché l’amministrazione poi deve fare questo si deve impegnare per dare una visione diversa di città».
Il dato dell’affluenza, in calo dell’8% rispetto alle scorse elezioni non la preoccupa più di tanto anche per via del fatto che in lizza c’erano solo tre liste, facendo venire meno anche quel richiamo alle urne del familiare o dell’amico e tuttavia Caminiti ammette che il 58% «è una percentuale che ci dice che c’è il 40% dei villesi che è disaffezionato alla amministrazione della cosa pubblica ed è a loro che ci vogliamo rivolgere. Il patto di fiducia è con tutti quelli che non ci hanno votato, con chi non è venuto a votare, perché noi vogliamo essere l’amministrazione di tutta la città».

In cuor suo Caminiti, che è la prima sindaco donna eletta a Villa, sa di aver fatto un’impresa contro un candidato, Marco Santoro, che aveva alle spalle una coalizione strutturata ed organizzata. «Penso che Villa ha voluto riprendersi uno spazio che aveva visto mortificato. È chiaro che la nostra è un’esperienza diversa che non è paragonabile con l’esperienza strutturata dei partiti era un’esperienza diversa che evidentemente è riuscite a generare entusiasmo nella città. Io penso che sia una bella vittoria. Una vittoria di prospettiva, nel senso che apre alla costruzione, ma la costruzione di una città che comprenda tutti».

Santoro accetta la sconfitta: «Qualcosa è andata male»

Poche centinaia di metri più avanti della sede del nuovo sindaco, c’è la segreteria di Marco Santoro, il grande sconfitto. L’aria è naturalmente quella dello stupore. Si leggono e si esaminano i dati. Il candidato più in disparte parla al cellulare. La sua è una resa, con stile, ma anche amarezza per qualche errore fatto dalla coalizione che l’ha sostenuto. D’altra parte è evidente, e politicamente pesante, anche per come si è arrivati alla designazione del candidato, la sconfitta per il centrodestra e segnatamente del deputato reggino di Forza Italia Francesco Cannizzaro che era riuscito a far passare la sua linea, come una linea condivisa, ma che oggi deve accollarsi onori e oneri della sonora sconfitta.

«Abbiamo riscontrato dal risultato elettorale la scelta dei cittadini villesi nei confronti della lista con a capo la dottoressa Caminiti. Naturalmente – dice a caldo Marco Santoro – prendendo atto del risultato, posso dire che qualche errore c’è stato nel passato, e quindi questa situazione mette ulteriormente in evidenza quale ruolo una coalizione come la nostra deve avere all’interno dell’amministrazione comunale. Noi siamo stati, in questo momento, chiamati a fare un’opposizione e io sarò a capo di questa opposizione e farò un lavoro costruttivo, ma anche di attenzione nei confronti del territorio. Con rammarico posso dire che io ci ho sempre sperato, avendo con me la coalizione del centrodestra, ma sicuramente il cittadino su questo ha voluto mettere una pietra sopra, e ora bisogna ricostruire. Certamente qualche cosa non è andata bene».

Anche per Santoro l’affluenza alle urne riscontrata in questa tornata elettorale rispecchia il trend a ribasso degli ultimi anni. «La bassa affluenza naturalmente ha dimostrato che il cittadino è un po’ stanco di fare delle scelte e anche l’astensione o non andare completamente a svolgere il ruolo di elettore determina quanto bisogna lavorare nell’ambito di queste attività. Sicuramente ha inciso anche il fatto della non presentazione dell’altra lista che doveva essere presentata (il Pd, ndr) che secondo me avrebbe alzato il trend dell’affluenza di qualche ulteriore punto percentuale».

Bueti, da lista ad associazione

In mezzo alle due segreterie di Caminiti e Santoro vi è anche quella di Demetrio Bueti. Poco più di un centinaio di voti per lui, che aveva presentato una lista formata da soli dodici giovani volenterosi. Ma Bueti non si scoraggia e anzi rilancia il suo progetto, annunciando la trasformazione della lista “Lavoro, civiltà, sviluppo” in associazione.
E tuttavia già in mattinata aveva lanciato strali, anche attraverso il portavoce, il papà Mario, contro «la macchina arrogante del potere» sostenendo che Villa «è stufa di questi signori e della bugie». Per lui, che ha rivolto i complimenti al nuovo sindaco Caminiti, il fatto che il 42% dei villesi non si sia recato alle urne significa che «la musica è cambiata».

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