Elezioni politiche, Primavera Calabria: «Il Pd ascolti il popolo di centrosinistra»

«Come “Primavera della Calabria” sentiamo la necessità di richiamare tutti alla responsabilità e di chiedere al Pd e a tutto il centrosinistra di non rinunciare in partenza a vincere le elezioni e di ascoltare quel popolo del centrosinistra che, come sempre, chiede unità e responsabilità”.

È quanto si afferma in un documento diffuso dopo l’assemblea regionale del laboratorio politico “Primavera della Calabria” che ha espresso «apprezzamento per il percorso avviato a livello nazionale dalla portavoce Anna Falcone».

«All’unanimità, l’assemblea di “Primavera della Calabria” – riporta il documento – ha eletto coordinatori regionali, Marina Neri, avvocata e attivista, e Rosario Piccioni, consigliere comunale di “Lamezia Bene Comune” nel comune di Lamezia Terme.

Nel ringraziare tutti gli attivisti per la fiducia, i coordinatori regionali hanno sottolineato l’esigenza, a prescindere dalle dinamiche elettorali e dall’esito del voto, di proseguire un’attività di radicamento sul territorio, creando momenti di discussione e confronto sui temi e le urgenze di una Calabria dove, fino ad oggi, l’unica voce sembra essere quella degli spot sui social del presidente Occhiuto. «Manca, infatti, completamente una voce di opposizione che riporti attenzione alle realtà di territori e comunità che soffrono: dalla sanità alle emergenze ambientali, dalle assenze di lavoro e servizi, alla negazione quotidiana dei diritti fondamentali».

«Per ciò che attiene il Sud e la nostra regione – è scritto nel documento – l’invito è a operare quell’irrinunciabile rinnovamento che la Calabria opera da troppo tempo: i calabresi non votano e non voteranno quei parlamentari, sempre ricandidati senza alcuna discussione o investitura popolare, che non li rappresentano e che rappresentano solo quel potere personale che baratta a Roma seggi sicuri in cambio di voti clientelari e silenzio, sui nostri diritti e sul nostro futuro. Le forze di centrosinistra e di sinistra hanno il dovere politico e morale di fare ogni tentativo per ricostruire quel campo largo e progressista. Campo largo che, pur coi limiti e le contraddizioni emersi soprattutto nell’ultimo anno di governo Draghi, è l’unica forza politica in grado di dare all’Italia una prospettiva di governo responsabile, credibile a livello europeo ed internazionale, di dare risposte al mondo degli ultimi, dei giovani, delle donne, delle cittadine e dei cittadini che hanno pagato e stanno pagando il prezzo più alto della crisi innescata dalla pandemia. Il futuro del Paese non sta nell’Agenda Draghi, frutto di un governo di emergenza che non tornerà, ma in un programma politico coraggioso, centrato su lavoro, inclusione, sanità pubblica, istruzione accessibile a tutti, transizione ecologica, equità di genere e intergenerazionale».

«Ci sorprende la posizione di Enrico Letta – è detto ancora nel documento di Primavera di Calabria – che nei giorni scorsi ha chiuso all’alleanza con Conte e i Cinque Stelle con i quali, oltre ad aver condiviso per due anni il governo del Paese, si sono portate avanti importanti riforme e alleanze nei Comuni e nelle Regioni. Certamente è necessario confrontarsi anche con il mondo moderato, soprattutto di fronte a una destra in cui Meloni e Salvini la fanno da padrone, ma non possiamo farlo rinunciando a quell’agenda sociale, ambientale e di diritti che è ciò che il Paese si attende da una forza progressista e democratica. Fino alla fine, va fatto ogni tentativo per ricostruire un progetto di centrosinistra inclusivo di tutte le forze che vogliono opporsi a questa destra e vogliono dare all’Italia una prospettiva di responsabilità e innovazione, non di conservatorismo e ritorno al passato. In questa stessa direzione, sarebbe una sciagura per tutto il centrosinistra proporre candidature nei collegi che rispondano a logiche di autoconservazione, di salvaguardia di postazioni personali o equilibri di potere: auspichiamo che la differenza con la destra si dimostri concretamente anche attraverso scelte coraggiose di figure credibili, espressione di rinnovamento e impegno quotidiano sui territori. Nessuno di loro avrà il nostro voto mai. Le forze politiche tutte sono chiamate, mai come adesso, a scegliere per il Sud, una rappresentanza libera e autonoma, non servi fedeli delle segreterie politiche. La democrazia non si baratta, neppure con una pessima legge elettorale che nessuno vuole cambiare».

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