Politiche 2022, Auddino: «Me la gioco, l’avversario del M5S è la Lega»

È un Giuseppe Auddino molto deluso ma non per questo rassegnato. Le elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato del prossimo 25 settembre lo vedono nuovamente impegnato per un posto in Senato. Parlamentare uscente del Movimento 5 stelle, Auddino si rimette ancora una volta in gioco come candidato nel collegio maggioritario Senato Sud.

Auddino, lei figura anche al terzo posto nel listino plurinominale. Malgrado sia arrivato primo alle Parlamentarie, Conte ha piazzato come capolista l’ex magistrato Scarpinato. Una decisione che ha poi permesso a Elisabetta Barbuto di collocarsi al secondo posto per via dell’alternanza di genere. Come spiega questa scelta del suo capo politico?

«Questa è una domanda che mi rivolgono in molti, soprattutto i 779 iscritti che mi hanno fatto arrivare primo, quasi il triplo di quanti mi avevano sostenuto alle primarie del 2018. L’amarezza c’è, non lo nascondo, il regolamento di oggi non è quello di quattro anni e mezzo fa, ma è stato modificato circa un anno fa e permette al capo politico di scegliere il capolista in alcuni collegi e circoscrizioni, e purtroppo è successo a me ed è normale che non mi faccia piacere. Giuseppe Conte ha fatto alcune valutazioni politiche che il territorio non ha bene capito e nemmeno io. Quando i cittadini e gli iscritti hanno valutato quante cose ho prodotto, mi hanno fatto arrivare primo, e come me sono rimasti con l’amaro in bocca vedendomi al terzo posto nella lista.

Da primo sono arrivato secondo e per via dell’alternanza di genere, alla fine sono scivolato terzo. Continuerò a fare politica lo stesso, sono da 11 anni nel Movimento e al suo interno continuerò il mio dovere, le valutazioni politiche le farò più avanti. È chiaro che adesso si lavora tutti insieme per tirare al massimo e portare più consensi possibili al Movimento. È normale che avrei voluto giocarmela bene, da capolista, ma probabilmente le valutazioni politiche hanno fatto preferire altri, pertanto non mi resta che prenderne atto».

C’è una chance di farcela, dal momento che con questo sistema elettorale la spuntano i capilista?

«Io intanto ho ottenuto una candidatura all’uninominale. È una candidatura difficile ma non impossibile, perché sono contro Tilde Minasi della Lega, che è appoggiata da tutto il centrodestra, per altro assessore regionale in carica. Io continuo a fare il mio dovere come ho fatto per il porto di Gioia Tauro e per gli Lsu facendo l’interesse dei calabresi. Oltre alla Minasi ho contro anche Pitaro, appoggiato dal Pd, quindi all’uninominale me la gioco, perché vince chi prende un voto in più. Al proporzionale invece, è molto difficile dal momento che è improbabile che scatti il terzo. Se così fosse significherebbe che il Movimento vada oltre il 30%, ma secondo i sondaggi la vedo molto difficile».

Qualora non riuscisse a farcela, cosa lascia in sospeso?

«Ribadendo che continuerò a fare politica, lascio in sospeso il lavoro sul retroporto, che da cronoprogramma prevede che nel 2023, a marzo, ci sarà l’affidamento e l’avvio dei lavori con conclusione a settembre del 2024. Quindi sicuramente continuerò, qualora non venissi eletto, da ex senatore ed esponente politico regionale e provinciale a seguire questi lavori, così come seguirò il nuovo Pronto soccorso di Locri, un progetto che mi sta molto a cuore che presentai già nel 2020 all’allora direttore sanitario e che oggi il commissario dell’Asp Di Furia sta seguendo. Siamo partiti e abbiamo quasi finito col restyling del Pronto soccorso di Polistena, sto seguendo e continuerò a seguire l’Oncologia di Locri, un nuovo reparto la cui idea di realizzazione ho sposato in pieno nel 2020, con un progetto esecutivo già consegnato grazie al lavoro dell’Associazione Angela Serra, che lavora nel campo oncologico da decenni. Sono lavori a cui tengo particolarmente».

In caso di elezione invece, cosa farà per il territorio?

«Sicuramente continuerò a occuparmi degli Lsu/Lpu, che meritano un aumento stipendiale. Dopo 4 anni ho contribuito a equiparare gli Lpu agli Lsu – aumentando le loro ore lavorative – e a stabilizzarli dopo 25 anni di precariato. Quindi il mio impegno sarà quello di aumentarne gli stipendi. Continuerò a seguire poi il raccordo ferroviario, perché il porto diventi realmente intermodale con trasbordo delle merci su ferro e la riqualificazione e lo sviluppo dell’area industriale del retroporto; la Pedemontana, che ho cominciato a seguire l’anno scorso, con lo scopo di ripristinare il tracciato originario, per portare fuori dall’isolamento Cittanova, Molochio, Oppido e Varapodio; e poi la sanità, che merita l’attenzione di tutti, perché dovrà essere risolta e allontanata dal periodo commissariale. C’è poi un progetto a Melito Porto Salvo che mi preme realizzare, ossia quello di un reparto di Pediatria moderno, che possa rispondere alle tante problematiche che il comprensorio presenta e che devono trovare risposta al Gom di Reggio Calabria o spesso fuori provincia o regione. Melito ha le competenze e l’ospedale ha anche gli spazi per poter accogliere un tale reparto, pertanto ho già preso un impegno con i melitesi».

Quali sono le questioni aperte del territorio che negli anni non si è riusciti ancora a risolvere?

«Sulla Piana e non solo, c’è aperta la questione rifiuti. Io mi sono battuto e mi batterò contro il raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro, così come già recentemente ho preso posizione co-firmando un documento dei sindaci, in primis quello di Palmi, sul no alla discarica di Melicuccà, perché sappiamo quanto rischia di inquinare la falda acquifera. Bisognerà spingere anche sul riciclo e la raccolta differenziata spinta, per scongiurare il raddoppio che sarebbe nefasto per il territorio e i cittadini della Piana che respirano già l’aria inquinata del termovalorizzatore.

Gli inceneritori dovranno via via essere chiusi. Importante anche la questione sanità, che avremmo potuto portare più in alto con i vari commissari che si sono succeduti e sulla quale faccio anche mea culpa. In particolare l’ospedale di Gioia Tauro, che avrebbe dovuto e potuto ambire a un potenziamento maggiore e io ci ho provato trovando anche finanziamenti ma non ce l’ho ancora fatta, senza tralasciare Polistena, Locri e Melito. Non dimentichiamo poi i trasporti e la viabilità. Dalla 106 alla linea ferrata ancora sul binario unico non elettrificata fino ad arrivare al completamento reale della Salerno-Reggio. Infine, il lavoro».

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