Gioia Tauro, un anno di duelli sul raddoppio del termovalorizzatore

Progettato nel 2001, il termovalorizzatore di Gioia Tauro, situato in località Cicerna, a 5 km dal centro abitato, incenerisce circa 140 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Fin dalla sua messa in funzione si è spesso trovato al centro delle polemiche per via dei livelli di inquinamento che venivano registrati. Lo scorso febbraio, nel corso di una conferenza stampa, il governatore Roberto Occhiuto ha riacceso i riflettori su questo impianto, annunciando la volontà di portare da due a quattro le linee del termovalorizzatore e ridurre dell’80% le emissioni inquinanti. Una soluzione radicale nella sua visione, per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti.

Il bando di project financing

Il 31 marzo è stato così pubblicato un bando regionale, per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing per la progettazione, l’adeguamento e il completamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro, comprensivo della gestione – con scadenza il 30 maggio – che ha provocato reazioni piuttosto ostili fra i sindaci del territorio, compresa la Città metropolitana di Reggio Calabria che, insieme alle associazioni ambientaliste e a esponenti del centro-sinistra e del Movimento 5 stelle, hanno avviato un’azione di lotta a oltranza.

«Una scelta scellerata, trattandosi di un progetto calato dall’alto senza alcun confronto con le realtà locali – ha affermato in quell’occasione il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio – ma tale soprattutto per l’impatto insostenibile che il raddoppio del termovalorizzatore, impianto giudicato nocivo e obsoleto dallo stesso Occhiuto, produrrebbe sulla salute pubblica. Già registriamo alti livelli di inquinamento e un forte incremento di patologie tumorali. Nessuno si è preoccupato di condurre uno studio sulla qualità dell’aria e sull’aumento della mortalità nei nostri territori».

La manifestazione in piazza

Il 27 aprile, il sindaco di Gioia Tauro ha così convocato un’assemblea pubblica, durante la quale si è deciso di organizzare una manifestazione in piazza per il 7 maggio. Manifestazione che ha visto sfilare in corteo nella città del porto fino a piazza dell’Incontro, sindaci, movimenti, associazioni e cittadini, gridando il loro no al raddoppio del termovalorizzatore.

L’incontro a Germaneto

A nulla è servito il successivo incontro svoltosi il 10 maggio nella cittadella di Germaneto fra il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio, i presidenti dell’Assemblea e del Comitato direttivo di Città degli ulivi Giuseppe Zampogna e Francesco Cosentino, il sindaco facente funzioni della Città metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace, i tecnici e lo stesso presidente Roberto Occhiuto. Anzi, quest’ultimo ha tirato dritto evidenziando i vantaggi dell’operazione, partendo dalle attuali criticità dell’impianto, ossia bassissima affidabilità, emissioni non controllate, incremento dello smaltimento in discarica e perdita di risorse energetiche. «Ammodernarlo – ha precisato il governatore in quell’occasione – significa migliorare le performance ambientali con le più avanzate tecnologie per l’incenerimento, secondo quanto disposto dalla Comunità europea». La controproposta dei sindaci è stata quella di intervenire solo sulla terza e sulla quarta linea e di dismettere quelle attualmente in funzione.

Il Piano di gestione dei rifiuti

Con la delibera n. 299 dell’8 luglio, attraverso la quale la giunta regionale ha apportato le modifiche al Piano di gestione dei rifiuti, si è stabilito che saranno 9 gli impianti di trattamento previsti nel nuovo assetto regionale. «Tutti i 9 impianti pubblici di trattamento rifiuti di cui alla presente pianificazione – si legge nella relazione – a valle delle operazioni di selezione e valorizzazione per il recupero di materia, produrranno degli scarti di lavorazione, che dovranno essere avviati a termovalorizzazione per il recupero energetico.

La quantità stimata costituita dalle frazioni biodegradabili bioessicate, dagli scarti non riciclabili e a valenza combustibile delle linee Remat, dagli scarti non riciclabili e a valenza combustibile delle linee di valorizzazione delle frazioni secche riciclabili da Rd, avviata a recupero energetico, sarà pari a circa 350.000 t/anno sino alla realizzazione dell’impiantistica pubblica prevista nel Piano e, successivamente, si attesterà a circa 250.000 t/anno. La termovalorizzazione di tale frazione di rifiuti avverrà nell’impianto di Gioia Tauro attraverso l’adeguamento dell’unità A autorizzata e in esercizio e il completamento dell’unità B parzialmente realizzata.

L’impianto – si legge ancora – subirà un intervento di adeguamento e completamento per il recupero funzionale di entrambe le Unità A e B con riferimento all’applicazione della Decisione di esecuzione (UE) 2019/2010 della Commissione del 12 novembre 2019 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT), a norma della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per l’incenerimento dei rifiuti, anche con l’inserimento di una linea di inertizzazione ceneri e polveri mediante un sistema di abbattimento dei fumi con recupero di prodotti solidi residui».

L’annuncio di un bando

In occasione del suo intervento al Festival delle Serre al Palazzo Sersale di Cerisano, lo scorso 9 settembre, il governatore Occhiuto ha parlato del termovalorizzatore di Gioia Tauro annunciando che nei mesi a venire avrebbe pubblicato un bando per il suo ammodernamento e raddoppio.

L’esposto in Procura di Alessio

Il 27 settembre il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio ha presentato un esposto alla procura di Palmi per denunciare «i danni all’ambiente e alla salute» prodotti dal termovalorizzatore dei rifiuti. «Ci siamo accorti – ha spiegato il primo cittadino in quell’occasione – che mancano degli studi che sono resi obbligatori dalle successive riforme del Codice dell’ambiente. Inoltre, ci sono state nei mesi scorsi dichiarazioni parecchio contraddittorie da parte del presidente Occhiuto, specie quando ammette che l’impianto attuale inquina e che per evitare tutto ciò bisogna raddoppiarlo. Beh, se l’impianto inquina come lui dice deve immediatamente chiuderlo oppure far capire quali misure siano state adottate per non renderlo pericoloso». Il sindaco aveva precisato che l’ente si sarebbe riservato la possibilità di presentare anche un ricorso al Tar contro gli atti prodotti dalla Regione.       

Un nuovo bando

Il 5 dicembre scorso il Dipartimento regionale Territorio e Tutela dell’ambiente ha pubblicato un nuovo avviso pubblico esplorativo per il Wte Gioia Tauro – D.g.r. n. 93/2022 – per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing finalizzate all’individuazione del promotore ex art. 183 d.lgs. N. 50/2016, per l’affidamento della concessione relativa alla “Progettazione, costruzione e gestione dell’adeguamento e completamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro”. Il termine per la presentazione delle proposte scade alle ore 23.59 del 2 marzo 2023. 

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