Ponte sullo Stretto, il Pd: «Il governo sta creando un enorme pasticcio»

«La modalità con cui il governo ci sta portando all’approvazione del decreto sul Ponte sullo Stretto rischia di creare un enorme pasticcio: potremmo infatti andare incontro a rischi di contenzioso e di bocciatura da parte della Corte di Giustizia europea. L’aggiornamento della progettazione e il cronoprogramma realizzativo potrebbero infatti sfiorare quel 50 per cento dei costi oltre il quale scatta l’obbligo di una nuova gara». Lo dichiarano i capigruppo dem nelle commissioni Trasporti e Ambiente Anthony Barbagallo e Marco Simiani.

«Questo perché – spiegano – il decreto prevede l’avvio di una fase contrattuale e, nello specifico la chiusura del contenzioso con il contraente generale del 2006, prima che siano noti elementi fondamentali per l’aggiornamento della progettazione ed il cronoprogramma realizzativo. Il governo e i relatori, peraltro, non hanno fornito nessun chiarimento in ordine alle ragioni che li hanno spinti a proporre l’emendamento di adeguamento dei prezzi utilizzando il parametro della ‘media delle variazioni percentuali del valore dei primi quattro progetti infrastrutturali banditi da RFI e ANAS nell’anno 2022’».

«Il governo – concludono – lega inoltre il riconoscimento dell’aggiornamento dei prezzi parametrato a quelli degli anni 2022-2023 – quindi il periodo di assoluta emergenza ed eccezionalità – alla data di approvazione dell’opera da parte del Cipess. Delibera che ad oggi non ha una data certa. Continueremo quindi a riconoscere l’adeguamento dei prezzi parametrandoli ai prezzi eccezionali di questi anni senza avere un limite temporale certo L’emendamento approvato pone il limite dei 13,5 miliardi del Def 2023. Saranno sufficienti se la delibera non dovesse essere approvata in tempi brevi?».

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