Aeroporto di Reggio, Ripepi: «Usciamo da Sacal con la scissione del ramo d’azienda»

Noi siamo Reggio Calabria mai lo zerbino di nessuno”. È questo lo striscione che campeggia all’aeroporto di Reggio Calabria in occasione della conferenza stampa voluta dal consigliere comunale Massimo Ripepi per parlare della possibilità di salvezza dello scalo reggino.

Ribadisce il consigliere in premessa: «Come affermo da sei anni, la nostra necessità è staccarci da Sacal con una semplice operazione che si fa dal notaio ovvero la richiesta della scissione del ramo d’azienda». La prima di tappe necessarie per stigmatizzare le attività dei politici su questo tema. «Inizia la battaglia civica. Non possiamo permetterci che ci siano traditori della città. Passare da 800mila passeggeri con Sogas a 250mila l’anno di Sacal è significativo».

La manifestazione a Lamezia

Ripepi annuncia che tra 15 giorni riprenderà la stessa manifestazione a Lamezia. «I lametini non sono nemici, nemmeno i catanzaresi. I politici tirano l’acqua al loro mulino e lo stesso dobbiamo fare pure noi. Venticinque milioni di euro non possono bastare. Dobbiamo stimolare gli imprenditori a ribellarsi».

Scissione da Sacal

A supporto tecnico di Ripepi c’è Giuseppe Falduto, imprenditore e già amministratore della città con Italo Falcomatà. «I responsabili del degrado di Reggio risiedono a Reggio. L’aeroporto si trova in queste condizioni perchè Sogas è stata governata da politici reggini che hanno sperperato soldi. Hanno portato qualche risultato certo. Ora la città si proietta ad essere riferimento all’opera più importante. Per chi dovrà arrivare al cantiere dovrà per forza utilizzare l’aeroporto. Io ho interesse sì: che la città sia bella, gentile e ricca».

Avere una società di gestione autonoma non vuol dire avere beneficio necessario. Ma in questa fase forse il ragionamento di Ripepi acquisisce più forza anche con la realizzazione delle due aerostazioni. Basta fase una valutazione degli asset aziendali di Sacal, e poi si fa una scissione, la parte tagliata viene trasferita, le quote si passano a enti pubblici e privati».

Per Ripepi servirebbe una società «A maggioranza privata con soci pubblici che abbiano interesse a fare bene».

Un’iniziativa senza colore politico

Ripepi, a scanso di equivoci, sottolinea la valenza personale del suo intervento apolitico e apartitico. «Devo difendere gli interessi di Reggio Calabria. Non parlo per nessun partito – aggiunge – i partiti hanno dei baricentri che non sono territoriali ognuno tira per la sua. Ok ai partiti ma è necessario riportare il baricentro a Reggio. Io che sono di centrodestra non sono d’accordo con la linea del centrodestra. Mi sento libero e posso dire che non sono d’accordo, altri invece no perchè devono fare gli interessi dei partiti padroni».

La governance territoriale

Gli altri obiettivi, oltre a quello di uscire da Sacal, per Ripepi sono: «Eliminare le limitazioni esistenti e lavorare per avere una governance territoriale. Lancerò l’idea dell’aeroporto del ponte sullo Stretto, vicino ad una delle opere più importanti. Dobbiamo diventare aeroporto strategico, che catalizza tutte le strutture vicine. Ovviamente serve unire le due metropolitane città dello Stretto. Dovremo spendere i soldi quando arriveranno per fare l’aerostazione a mare, intermodale, lo spazio c’è».

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