Ricoveri psichiatria a Reggio, centri a rischio: l’interrogazione del Pd alla Regione

Giovedì davanti al consiglio regionale per far sentire la loro voce, ancora una volta. Sulle scale di palazzo Campanella con l’Usb c’erano i lavoratori del Coolap (Coordinamento dei lavoratori di psichiatria) dell’area di Reggio. Un’interlocuzione col presidente della Giunta Roberto Occhiuto che ancora non ha portato alcun risultato e la necessità impellente di riuscire ad operare con l’accreditamento. «Chiediamo ai consiglieri regionali che si occupino di questa situazione veramente scandalosa perché da oltre trent’anni ogni volta si fa qualche passo avanti ma purtroppo poi se ne fanno 4 indietro».

Questo il messaggio lanciato e l’ultimo grido d’allarme perchè stavolta è la vita delle strutture ad essere seriamente a rischio. A sentire gli operatori, se le cose dovessero andare avanti così, si potrebbe chiudere entro l’anno.

Un appello raccolto da i consiglieri regionali del centrosinistra, Billari, Bevacqua, Iacucci, Alecci, Bruni e Mammoliti che, lo scorso 21 giugno, hanno presentato l’interrogazione n.148 relativa ad “Accreditamento strutture residenziali psichiatriche ASP di Reggio Calabria e sblocco ricoveri”.

Un documento in cui si riassume la storia della strutture residenziali reggine, nate «in seguito alla chiusura negli anni ’90 dell’Ospedale Psichiatrico della città, sono sorte delle strutture residenziali con gestione mista pubblico-privata in accordo alle disposizioni normative regionali allora vigenti. Nel 2008 la regione Calabria si è dotata di una legge, la n. 24, che disciplina l’autorizzazione all’esercizio e l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private».

Un processo questo però che le strutture residenziali psichiatriche operanti sul territorio reggino «sono rimaste escluse dal processo di accreditamento, in attesa del quale la stessa Azienda Sanitaria aveva sottoscritto con le strutture un cosiddetto “contratto ponte” per permettere loro di continuare ad operare».

Un percorso da intraprendere era stato individuato dal Dipartimento tutela della Salute della Regione Calabria, dopo aver analizzato la situazione esistente nell’ASP di Reggio Calabria, anche con l’istituzione di Tavoli tecnici. L’iter sarebbe servito «a far transitare le strutture residenziali psichiatriche preesistenti verso il nuovo regime di accreditamento in tempi brevi. Successivamente, il Dipartimento Salute della Regione Calabria, disattendendo in toto il percorso che esso stesso aveva stabilito, anziché procedere alla “conversione” delle sole strutture preesistenti, ha disposto che gli accreditamenti avvenissero attraverso una graduatoria delle istanze pervenute, stilata in ordine cronologico, con il risultato che nella graduatoria sono state inserite strutture nuove e sono state escluse alcune strutture preesistenti».

Precisa il documento che l’Asp reggina ha deciso «di bloccare i ricoveri causando un ulteriore penalizzazione a queste strutture a gestione mista, dove peraltro opera anche il proprio personale, in attesa che si completi il processo di accreditamento; l’ultima azione intrapresa dalla Regione Calabria risale al mese di marzo di quest’anno, quando, alle cooperative coinvolte nella gestione delle residenze psichiatriche dell’ASP suddetta viene comunicato che nel giro di pochi mesi si sarebbe proceduto all’ampliamento dei posti letto, all’accreditamento di tutte le strutture preesistenti e allo sblocco dei ricoveri».

Dunque un processo di accreditamento che non si è completato e «le cause sono tutte da ricondurre all’inerzia dell’Asp stessa e della Regione Calabria alla quale si aggiungono le pastoie burocratiche sussistenti fra la Regione Calabria e il governo in merito al “Tavolo Adduce”».

Il risultato sono «gravissime conseguenze sulle famiglie e sugli utenti, costretti ad “emigrare” per fruire altrove dell’assistenza, senza contare gli effetti finanziari negativi per l’ASP 5, che oltre a continuare a corrispondere gli stipendi al proprio personale impiegato nella gestione delle strutture miste, deve anche rimborsare ad altre aziende sanitarie la retta per i pazienti residenti nel territorio di competenza».

Dopo anni di sofferenza adesso: «I lavoratori e gli operatori del settore ancora attivi rischiano di perdere il posto di lavoro, come è già avvenuto per diversi di loro assieme alle cooperative costrette a rinunciare al servizio a causa del protrarsi di queste condizioni insostenibili».

A tal proposito, se si considera che «la Regione Calabria ha espresso inequivocabilmente la volontà di risolvere l’annosa vicenda della situazione drammatica in cui versa l’assistenza residenziale psichiatrica nella provincia di Reggio Calabria; e che le strutture psichiatriche a gestione mista dell’Asp di Reggio Calabria, in quanto strutture sanitarie pubbliche, sono da considerarsi accreditate secondo le disposizioni della LR n. 19/2009, cosiddetta legge Loiero, che all’art. 65 comma 3 primo periodo recita “L’accreditamento definitivo di singoli reparti e servizi di strutture delle aziende sanitarie o di singoli reparti o servizi delle aziende ospedaliere già attivi, riconvertiti o ristrutturati nonché delle sperimentazioni gestionali di cui all’articolo 9 bis del decreto legislativo n. 502/19923, è differito alla ultimazione degli adeguamenti complessivi delle strutture dove gli stessi sono collocati. Pertanto dalla loro attivazione le stesse strutture devono essere considerate provvisoriamente accreditate».”

L’interrogazione chiede al presidente: «le motivazioni del permanere del blocco dei ricoveri presso le strutture psichiatriche dell’Asp di Reggio Calabria e quali azioni si intendono operare per procedere all’immediato sblocco dei ricoveri al fine di garantire ai pazienti psichiatrici, ai loro familiari e ai cittadini tutti un’adeguata assistenza sanitaria, per tutelare il diritto alla salute in quanto diritto imprescindibile sia come diritto individuale, che come diritto collettivo».

I consiglieri chiedono inoltre «le ragioni che hanno ritardato l’accreditamento delle strutture psichiatriche afferenti all’ Asp di Reggio Calabria, pur sapendo, attraverso dichiarazioni ufficiali, che è volontà della Regione Calabria di ampliare la rete territoriale per la psichiatria, permettendo così di riprendere il percorso degli accreditamenti».

E, infine «le intenzioni della Regione Calabria a voler emanare ogni atto necessario affinché si individui il percorso migliore per porre fine a questa preoccupante situazione e pervenire immediatamente al doveroso e definitivo accreditamento delle strutture psichiatriche preesistenti sul territorio e ancora attive».

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