Rete oncologica regionale, «a che punto siamo?»: Lo Schiavo interroga Occhiuto

Di interrogazioni ne ha presentate tante in questi due anni di consiliatura, ma per Antonio Lo Schiavo quella depositate e protocollata ieri mattina agli uffici regionali forse «è la più importante», quantomeno per il tema trattato che «riguarda la vita vera delle persone».

L‘interrogazione in questione è rivolta al presidente Occhiuto per chiedere a che punto siamo sull’aggiornamento della rete oncologica calabrese.

«Non servono dati per ricordare qual è la mobilità sanitaria in tema», dice Lo Schiavo, che affida anche ad un video sui suoi canali social il testo della stessa, ricordando che i cittadini calabresi, purtroppo da anni ormai, sono costretti ai cosiddetti viaggi della speranza, e quando le famiglie vengono toccate da un evento così drammatico sono costrette a ricorrere a cure di altre regioni.

«È per questo che io ritengo debba aprirsi un dibattito su questo tema, e debba chiedersi al Presidente della Regione, in qualità anche di commissario ad acta sulla sanità: cosa stiamo facendo in Calabria per la cura dei tumori nelle sue diverse tipologie? Stiamo investendo sugli screening oncologici?»

E, in particolare, Lo Schiavo si chiede che fine hanno fatto i Dca del 2022, ad esempio quelli che prevedevano, per il tumore al colon, la creazione di unità specializzate formate per adottare le tecniche di cura più avanzate, più moderne, tipo la chirurgia robotica. «Questi Dca sono rimasti nel cassetto? Il Dca del 2020 sul tumore alla mammella che prevedeva tre centri di eccellenza, tre breast unit, all’Annunziata, al Pugliese e al Mater Domini sono stati realmente realizzati o anche questi sono rimasti nel cassetto?».

«Presidente Occhiuto – continua Lo Schiavo – i cittadini calabresi vogliono capire realmente se sulla sanità qualcosa sta cambiando, e se loro hanno lo stesso diritto alla salute che hanno i cittadini nelle altre regioni di questo paese. Per questo spero che ci sia una sua risposta diretta su questo tema specifico molto sentito dai calabresi, e spero davvero, me lo auguro, che la risposta non sia burocratica con numeri e dati ma sia una risposta che prenda degli impegni per fare capire come anche in Calabria le cose possano cambiare».

Questo tema per il capogruppo del Misto a Palazzo Campanella non ha colore politico, non riguarda né la maggioranza né l’opposizione, né la destra e né la sinistra. «Questo tema riguarda il diritto all’uguaglianza, e riguarda il diritto dei calabresi, indipendentemente dalle proprie possibilità economiche, di potersi curare nella propria regione e di poter avere anche le speranze di guarire da malattie così gravi e così drammatiche.

Aspetto una sua risposta perché la Calabria la Calabria che non ti aspetti non è solo quella che noi vediamo sui social e anche questa quella concreta e quella dei problemi dei cittadini che si rivolgono a strutture sanitarie e che ancora oggi non riescono a dare risposte sul diritto alla salute pubblica amministrazione».

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