Reggio, nuove consapevolezze dopo il ciclone Ginobili. Brunetti: «Basta lotte, uniamoci per la città»

Ieri Manu Ginobili è tornato in riva allo stretto, tra i suoi tifosi, per ritirare il San Giorgio d’oro, la massima onorificenza cittadina, su iniziativa dell’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione “Viola Inside”, mantenendo l’impegno con la città di tornare tra la sua gente.

A Reggio ha ritrovato i vecchi compagni di squadra in un amarcord infinito con l’emozione salita alle stelle quando sullo schermo dietro le sue spalle è apparsa l’immagine di un altro gigante della palla a spicchi neroarancio, Gustavo Tolotti, scomparso prematuramente nel luglio dello scorso anno.
È tornato perché ha mantenuto vivo e forte un legame che si era cementato in quegli anni, tra il 1998 e il 2000. Anni in cui si navigava, dal punto di vista sportivo in acque certamente meno agitate di oggi.
Certo, quella Viola non esiste più, e la squadra che indossa quella casacca, oggi, non versa in buone acque. Come la Reggina, del resto.

Ma chi c’era ieri a Palazzo San Giorgio, ha potuto annusare, sentire, percepire che si respirava un’aria buona. Fatta di ricordi e di successi, di sorrisi, di pacche sulla spalla, e di eterna voglia di riscatto.
Perché era questo il sentimento che il popolo di Reggio riusciva a trasmettere a chi la rappresentava in giro per l’Italia. Dal canto suo la squadra lavorava, sudava, si aiutava, e vinceva. Ovviamente si perdeva anche, ma le sconfitte erano meno amare proprio per quel senso di unione, e per dirla con Ginobili, di comunità, che solo lo sport è capace di trasmettere.

Tra quelli che non potevano mancare ieri all’appuntamento con Manu Ginobili c’era un’altra intramontabile bandiera neroarancio: il capitano dei capitani, Sandro Santoro. La sua parola d’ordine è stata: «unità». Perché Reggio, ha detto, ha dimostrato di saper stare unita anche e non per forza quando la barca affonda. La verità è che un po’ da tutti quelli che c’erano ieri si è ricevuto un input ben preciso: non mollate, perché storicamente Reggio non molla mai. A margine della celebrazione il sindaco Paolo Brunetti era soddisfatto di come era andata la cerimonia, e soddisfatto per quello che aveva visto nell’aula Battaglia.

Brunetti: «Stringiamoci attorno allo sport»

«Vedere la sala del consiglio comunale piena di gente, con gli occhi pieni, ricordando i grandi momenti di vent’anni fa è stata una grande emozione. Ovviamente è un momento particolare per tutto lo sport in città, però bisogna anche qui incrociare le dita e unirsi tutti assieme per cercare di rilanciare lo sport in città. Noi ce la stiamo mettendo tutta partendo dalle infrastrutture sportive».

Il sindaco facente funzioni assicura che tanti risultati arriveranno a breve, aggiungendo che «ovviamente, da sola l’amministrazione può fare ben poco se non c’è l’apporto anche delle realtà economiche positive che esistono in città». Da qui un vero e proprio appello: «Stringiamoci tutti attorno allo sport e cerchiamo di rilanciarlo».

Brunetti: «Troppe lotte intestine, dobbiamo essere uniti»

Oltretutto, ha fatto notare il sindaco, è un’ulteriore opportunità quella che la città può rintracciare attorno allo sport: ci sono anche posti di lavoro, ci sono interessi economici, un rilancio dell’economia. «Quindi è utile e necessario che si riparta».

Ripartire, certo, ma se ognuno va per la sua strada difficilmente si riuscirà ad avere un qualche risultato. E proprio dallo sport che ha la capacità di unire, bisognerebbe ripartire. «Uniti? – riflette Brunetti -Dovremmo esserlo in tutto. Spesso faccio la battuta nel dire che quando avremo la consapevolezza di quello che siamo e di quello che potremmo essere, riusciremo veramente a dimostrare quello che siamo. Ancora questa consapevolezza secondo me non c’è. Ci sono troppe lotte tra partiti, tra fazioni, tra classi all’interno della nostra città, e questo non va bene. Prendiamo esempio dalle altre città che per difendere gli interessi della stessa comunità spesso uniscono persone che la pensano anche diversamente dal punto di vista politico, e non solo». Questo serve adesso in questa città, per Brunetti, con i dovuti distinguo.

«Ognuno la può pensare diversamente ma bisogna levare gli scudi per difendere la città da attacchi continui. Cominciamo a vedere anche il bello delle cose che ci sono in città. Non dico di nascondere i problemi, ci sono da sempre e li avremo ancora per tanto tempo, ma è necessario che adesso ci sia la voglia, la forza e la volontà di mettere in risalto tutte le bellezze e la nostra città ne ha tante, che purtroppo rimangono nascoste perché sono sopraffatte dalle continue polemiche che si fanno spesso gratuitamente e in maniera strumentale. Ripeto, problemi ne abbiamo tanti ma tutti assieme con l’impegno di tutti li risolveremo».

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