martedì,Aprile 30 2024

Se tre indizi fanno una prova, la calda estate di Tilde Minasi porta a Palazzo San Giorgio?

Attivissima sulle questioni calde della città, la senatrice reggina della Lega sembra voler offrire il proprio profilo alla prossima candidatura del centrodestra. Ma dovrà superare veti e resistenze

Se tre indizi fanno una prova, la calda estate di Tilde Minasi porta a Palazzo San Giorgio?

Questa calda estate ha visto, su diversi fronti, i nostri politici più attivi del solito. Incendi, sbarchi, aeroporto, ponte, Pnrr, idrico e rifiuti e chi più ne ha più ne metta. Perché poi, gira e rigira ogni anno torniamo a discutere sempre delle stesse cose, ma con scarsi risultati.
Ma c’è qualcuno che più di altri ha provato a mettersi in evidenza, anche se non sempre con i risultati sperati. Si tratta della senatrice della Lega Tilde Minasi che con una cadenza sempre più crescente ha detto la sua su tantissime cose.
L’ultima in ordine di tempo è certamente quella l’ha vista protagonista del filone polemico che ha dominato la presentazione del Reggio Film fest, con il direttore generale Michele Geria che come un fiume in piena ha elencato una serie di situazioni che non gli sono andate a genio. Ma tra queste, la nota positiva per lui è l’annuncio che il festival, grazie ad un disegno di legge presentato dalla senatrice Minasi e dal senatore Nino Germanà, sarà istituzionalizzato, perdendo la connotazione più squisitamente reggina per allungarsi nello specchio di mare che ci separa dalla sponda peloritana, e diventare così un festival dello Stretto di Messina e del Mediterraneo. Forse cavalcando il totem del Ponte sullo Stretto, la collaborazione tra i due parlamentari ha quindi partorito una nuova idea che in totale solitudine, in qualche modo sembra commissariare la “gestione” del Festival cinematografico di Palazzo San Giorgio. Un annuncio, così, di punto in bianco, durante la conferenza di presentazione alla presenza del «purtroppo facente funzioni» Paolo Brunetti.

La supercazzola del Tito Minniti

In attesa di conoscere i contenuti e i risvolti di questa sortita “solitaria” messa in scena come un classico coup de théâtre, vediamo su cos’altro si è concentrata l’attivissima senatrice reggina.
Perché Minasi – «che non si è mai occupata della città», dicono i suoi detrattori – ha voluto metterci del suo su almeno altre tre questioni pesanti che sta affrontando la città. Intanto con il tentativo di «intestarsi una battaglia che non solo non ha vinto, ma soprattutto non ha combattuto», vociferano negli ambienti di centrodestra. Naturalmente stiamo parlando dell’aeroporto dello Stretto. E la senatrice reggina lo ha fatto cogliendo l’attimo, e cioè la chiusura dello scalo di Catania a causa dell’incendio di cui siamo tutti a conoscenza e quindi la decisione di dirottare, in caso di necessità, il traffico aereo su Reggio Calabria.
Una decisione che non è da considerarsi una vera novità, visto che, da sempre, quella del Tito Minniti è classificata quale prima pista di atterraggio “d’emergenza” nei casi in cui l’aeroporto di Catania sia momentaneamente fuori servizio. È una precisa indicazione di Enac. Minasi ha quindi colto al volo l’occasione coinvolgendo anche il ministro Matteo Salvini in una “supercazzola” – e lo abbiamo scritto a lettere cubitali da queste colonne – sull’abbattimento delle limitazioni insistenti sull’aeroporto. Si mette in piedi quindi una riunione lampo gestita dal ministro e leader della Lega, con Enac, Enav e Sacal, ma senza coinvolgere il presidente della Regione Calabria che sull’aeroporto si sta giocando una buona fetta di credibilità agli occhi dei reggini.
«Gli altri parlano, noi lavoriamo e lasciamo parlare i fatti» è la frase che più di tutti colpisce nel comunicato successivo alla riunione. «La Lega, con il ministro Salvini e i suoi rappresentanti sul territorio – continua la senatrice – è riuscita finalmente a sbloccare la situazione dell’aeroporto di Reggio Calabria, portando a casa un successo strepitoso, atteso da lunghissimi anni: l’eliminazione delle limitazioni all’operatività dello scalo».
Una serie di considerazioni che suonano come uno schiaffo a chi fino ad oggi ha fatto del tema aeroporto un cavallo di battaglia politica. E quindi i vari Occhiuto, Cannizzaro e in generale Forza Italia. Anche perché era stato proprio il parlamentare reggino ad annunciare ad ottobre 2022 l’avvio del percorso per l’abbattimento delle limitazioni con il declassamento dell’aeroporto di Reggio Calabria.
Dunque un risultato a metà per Minasi che prova a scalzare Cannizzaro, ma che non è supportata neanche da una nota, un post, o un commento dell’onnipresente ministro Salvini che evidentemente ha deciso di mantenere un profilo basso.

La sciagurata previsione amaranto

Ma non basta. Minasi ha provato anche a prendere a pallonate la sorte. Mettendosi la maglia amaranto addosso, come del resto avevano fatto i suoi colleghi nella manifestazione voluta dai tifosi a Piazza Duomo. Tutti ricorderanno che nella stessa giornata in cui il Collegio federale discuteva il ricorso della Reggina, la senatrice ha informato la cittadinanza del suo interessamento alla causa. Proprio in quella giornata cruciale la senatrice nell’augurarsi un felice esito dell’udienza, annunciava: «Per parte mia, in questi giorni, come avevo promesso, ho portato il caso sui tavoli nazionali, interloquendo sia con il ministro allo Sport, Abodi, sia con la Lega calcio, per tentare innanzitutto di capire bene quale fosse la situazione e, in secondo luogo, cercare una possibile soluzione. Gli errori, che riteniamo commessi in buona fede dal presidente Saladini, hanno purtroppo creato una situazione difficile da bypassare, ma non tutto è perduto. […] Mi sono state infatti prospettate alcune soluzioni possibili, ancora però tutte da esplorare fino in fondo per capire quanto siano effettivamente percorribili e su cui dunque non mi posso sbilanciare».
Alla fine non si è sbilanciata, ma sappiamo tutti come è andata a finire. Anche se, per fortuna, non è ancora finita.

L’affondo su Palazzo San Giorgio

Ma in questa calda estate Tilde Minasi – ex assessore comunale, ex consigliere regionale ed ex assessore regionale – è tornata ad occuparsi anche del Comune di Reggio, e più specificatamente di Bilancio. E’ d’altra parte recentissima la sortita della senatrice leghista che ha ravvisato «troppe incongruenze» nei conti di Palazzo San Giorgio, a tal punto da annunciare di aver presentato al Ministro Giorgetti «un’interrogazione a risposta scritta per chiedere se sia a conoscenza della situazione finanziaria del Comune di Reggio Calabria e se non ritenga sia il caso avviare un’attività ispettiva per le opportune verifiche amministrativo-contabili a carico dell’Ente che, da rendiconto 2022, risulta incapace di mantenere gli impegni presi con il Governo lo scorso anno, in sede di accordo per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti».
Una iniziativa che il sonnacchioso centrodestra comunale ci ha messo un po’ a metabolizzare, senza neanche cavalcarla più di tanto. Una iniziativa che ha acuito lo scontro con il facente funzioni Brunetti e l’assessore al Bilancio Irene Calabrò.
Una iniziativa, anch’essa in solitaria, che forse fa trasparire una strategia precisa. A ottobre si discuterà in Sesta sezione della Corte di Cassazione il ricorso di Giuseppe Falcomatà, e la richiesta dell’invio degli ispettori non sembra casuale. Da tempo, poi, si vocifera che il centrodestra potrebbe puntare su una candidatura rosa per la riconquista di Palazzo San Giorgio.
Vuoi vedere che Tilde Minasi sta provando a bruciare i tempi candidando il proprio profilo tra quelli “appetibili”? Indizi, per ora solo indizi. Anche perché la sua azione si scontra inevitabilmente con lo status quo del centrodestra reggino, e col suo leader fin qui incontrastato Francesco Cannizzaro.

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