Piantedosi: sono 25 i Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, 8 in Calabria

«Attualmente sono 25 i Comuni sciolti per mafia: 8 in Calabria, 6 in Sicilia, 5 in Campania, 4 in Puglia e 2 nel Lazio. Dall’insediamento dell’attuale governo ad oggi gli scioglimenti sono stati 10». Lo ha detto in commissione Antimafia il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ricordando che nel corso degli anni la misura «è stata applicata non solo nelle regioni meridionali, ma anche in alcune settentrionali e del centro, a conferma della capacità infiltrativa della criminalità organizzata in aree geografiche diverse da quelle di tradizionale ingerenza».

Nel giorno in cui le forze dell’ordine mettono in atto due maxioperazioni dei pm antimafia a Caivano, comune alle porte di Napoli e teatro nelle scorse settimane della vicenda in cui alcune minorenni sono state vittime di violenze sessuali, e a Tor Bella Monaca, quartiere romano a forte presenza criminale, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ribadisce che la lotta ai clan «è una delle priorità assolute del governo”. Parlando davanti alla commissione Antimafia, il capo del Viminale ha aggiunto che “la strategia di basso profilo delle organizzazioni criminali volta a non destare allarme sociale non ci ha fatto abbassare la guardia: un nemico silente non è meno pericoloso».

In tal senso Piantedosi ha ricordato la cattura di Matteo Messina Denaro aggiungendo, inoltre, che quest’anno “sono stati assicurati alla giustizia 40 latitanti di rilievo”. Il ministro ha anche snocciolato una serie di numeri sui risultati nella lotta alla grande criminalità organizzata “dall’insediamento dell’esecutivo, nel settembre del 2022”. Sono state svolte “91 operazioni di polizia giudiziaria contro la criminalità organizzata, con 1.429 arresti (+30% rispetto all’anno precedente). Nelle 4 regioni tradizionalmente a più alta presenza mafiosa (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania) dall’inizio dell’anno sono intervenuti 23mila equipaggi dei reparti prevenzione crimine della polizia, con complessive 70mila unità di personale a supporto delle forze territoriali. Attualmente sono 25 i Comuni sciolti per mafia: 8 in Calabria, 6 in Sicilia, 5 in Campania, 4 in Puglia e 2 nel Lazio.

Dall’insediamento dell’attuale governo ad oggi gli scioglimenti sono stati 10″. Da ottobre dello scorso anno sono stati sequestrati 7.924 beni per un valore di 1,3 miliardi di euro e confiscati 4.537 mila per 770 milioni di euro. Parole e cifre che arrivano a poche ore dai due blitz di Carabinieri e Polizia nella provincia di Napoli e Roma. I militari dell’Arma hanno dato esecuzione a un decreto di fermo della Dda partenopea nei confronti di nove indagati. Nei loro confronti l’accusa è, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, corruzione ed altro aggravati dalla finalità mafiose. Tra i fermati anche alcuni esponenti della precedente amministrazione del Comune di Caivano come l’ex assessore Carmine Peluso. I provvedimenti emessi riguardano un ex consigliere comunale, Giovanbattista Alibrico, l’esponente politico Armando Falco e il tecnico comunale Martino Pezzella, insieme con il dirigente comunale Vincenzo Zampella. Agli amministratori pubblici i pm di Napoli contestano di avere fornito in vari modi appoggio all’organizzazione malavitosa guidata da Antonio Angelino (ritenuto elemento di spicco del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano e capo del gruppo Gallo-Angelino, arrestato dai carabinieri lo scorso luglio a Castel Volturno) con il quale interagivano per fornirgli informazioni riguardo i lavori pubblici assegnati alle imprese e anche per gestirne l’aggiudicazione a imprenditori vicini al clan.

Erano quest’ultimi, secondo quanto emerso dalle indagini, a versare mazzette, sia agli amministratori, sia al clan. Zampella, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, nella veste di dirigente del settimo settore lavori pubblici del comune di Caivano, firmava le determine di affidamento. A Roma i pm della Dda hanno messo a segno un nuovo colpo ai gruppi criminali che gestiscono le piazze di spaccio di Tor Bella Monaca. In totale 27 le misure cautelari. L’attività si è concentrata nella zona di viale dell’Archeologia. L’esecuzione delle misure è stata effettuata dagli agenti della Squadra Mobile e dai militari dell’Arma del Nucleo investigativo di Frascati.

Quest’ultimi hanno effettuato le indagini in relazione al tentato omicidio dell’8 settembre del 2021, ai danni due cittadini egiziani. Il procedimento della Dda, partito nel 2017, ha consentito di ricostruire l’esistenza di un sodalizio criminale attivo nella zona nota come “Le Palme” capeggiata da Vincenzo Vallante con la collaborazione di Pietro Longo. L’attività di questa mattina ha permesso di effettuare più di 30 arresti in flagranza di reato con il sequestro di 1300 involucri di droga. Dalla contabilità sequestrata è stato documentato che la piazza di spaccio della Palme, attiva 24 ore al giorno, riusciva a generare introiti illeciti pari a 250 mila euro al mese.

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