Comune Reggio, ottobre mese cruciale per il futuro della città

I tempi stringono in vista del 25 ottobre. Una data importante per la città dello Stretto che si prepara a conoscere quale sarà il suo futuro nei prossimi mesi. Una eventuale decisione della Corte di Cassazione sull’inammissibilità del ricorso presentato da Giuseppe Falcomatà per il processo Miramare potrebbe mandare tutti a casa. Ma i ricorsi sono stati presentati singolarmente dai condannati. Ogni ricorso segue un suo cammino.

Il caso brogli elettorali

Come avevamo anticipato, il mese di ottobre è importante per le altre due udienze previste prima di giorno 25. Ma le cose hanno preso una piega davvero inaspettata, capace di fare sgretolare anche la certezza granitica che aleggiava su un sicuro ritorno del sindaco sospeso. La prima mazzata è arrivata con il rinvio a giudizio chiesto per l’ipotesi di abuso d’ufficio relativo al caso Miramare bis. Per questo già fissata la prima udienza il prossimo 14 novembre.

Ma la cosa che nessuno si aspettava è accaduta ieri nel corso dell’udienza per il caso “Brogli elettorali”. Rinvio a giudizio per Castorina, proscioglimento per Delfino e la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica, poiche il presidente della Commissione elettorale quando furono commessi i fatti era il sindaco Falcomatà.

Questo significa che il giudice, nel formulare il proscioglimento, ha comunque ravvisato degli elementi per i quali la procura potrebbe decidere di iscrivere il sindaco sospeso nel registro degli indagati oppure no. Per statuto il sindaco è presidente della Commissione elettorale, ma in questo caso c’era stata una delega. Le idee saranno più chiare dopo la pubblicazione della sentenza di proscioglimento per Delfino. Un episodio abbastanza sorprendente se si considera che Falcomatà, all’epoca delle indagini, fu sentito dagli inquirenti e ne uscì senza alcun coinvolgimento. Una trasmissione degli atti che non vuol dire nulla ma che è arrivata come un fulmine a ciel sereno, tanto da far pensare quasi a una sorta di accanimento anche chi da tempo ha interrotto rapporti col sindaco sospeso.

Tre vicende giudiziarie che sicuramente non fanno dormire sonno tranquilli al sindaco. Ma torniamo al prossimo appuntamento, quello decisivo, almeno per il momento.

Torna solo il sindaco?

Nei fatti potrebbe essere, ad esempio, accolto il ricorso alla Suprema corte di Falcomatà, ma potrebbe non essere lo stesso per quelli di tutti o di alcuni dei suoi ex assessori. La questione in questo caso vedrebbe la definizione e l’incandidabilità, con l’uscita definitiva dei condannati, mentre i non condannati resterebbero in sella. Potrebbero aprirsi nuovi spazi.

Il commissariamento

Situazione ben diversa se, invece, la bocciatura dovesse riguardare il sindaco sospeso. Diverrebbe definitivo il giudizio di incandidabilità con esclusione dalla carica che riguarderebbe, per la Severino, solo gli enti locali. Per fare un esempio, in teoria, Falcomatà potrebbe candidarsi alle Europee.

Con la condanna definitiva cadrebbero dunque i due vice sindaci, Paolo Brunetti per il Comune e Carmelo Versace per la Città metropolitana. Comune e Metrocity rimarrebbero commissariati. Un commissariamento destinato a non durare molto.

Ipotesi elezioni in primavera

Sarebbero proprio le elezioni europee di primavera a offrire la prima occasione utile perchè la città di Reggio torni al voto. E c’è già chi in questi mesi i motori li ha scaldati, politicamente parlando, ed è pronto a confrontarsi con gli elettori. A ben vedere però non si tratta di schieramenti politici ma di liste civiche: a partire da Eduardo Lamberti Castronuovo, con la segreteria aperta lo scorso 15 maggio. Proseguendo per Antonino Tramontana che non è mai uscito allo scoperto ma che sembra stia sondando il terreno per trovare una squadra che lo supporti in questa avventura politica. Per continuare col soldato semplice dell’esercito di Rheggio, Massimo Ripepi che ogni giorno da mesi lavora con le sue dirette. E infine Reggio aspetta anche il candidato di Alternativa popolare promesso dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi. I grandi partiti stanno al varco ad aspettare che cosa succederà per poi muoversi di conseguenza.

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