Né condanna né prescrizione, Falcomata si riprende Reggio: via al “terzo tempo”

A chiudere il processo Miramare, un capitolo lungo per la storia di Reggio, durato otto anni, ci pensa la Cassazione. E lo fa con un annullamento senza rinvio che toglie ogni dubbio. Nessun reato prescritto per il rotto della cuffia ma l’ipotesi ravvisata è quella della “desistenza”, ex art.56 comma 3 del codice penale. Giuseppe Falcomatà, di nuovo sindaco di Reggio, era stato condannato in primo grado e in appello, insieme ad assessori e altri per la storia del Grand Hotel Miramare.

Grand Hotel Miramare

Il nome Gran Hotel Miramare fa pensare a una telenovela dalle tante puntate, girata in luogo da sogno. Quel posto invece, dal 2015, si è trasformato in un incubo. Accuse, udienze, recriminazioni, richieste di dimissioni. Ma Falcomatà non ci ha pensato nemmeno un attimo. Era cominciata due anni fa la storia della città sospesa, con la condanna in primo grado, nel novembre del 2021 la condanna di un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio a Falcomatà e un anno a Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti, al segretario comunale Giovanna Antonia Acquaviva, per la dirigente comunale Maria Luisa Spanò e per l’imprenditore Paolo Zagarella. Dopo la condanna Falcomatà viene sospeso per l’effetto della Legge Severino. Decide di affidare il Comune di Reggio a Paolo Brunetti (già assessore che ha ricoperto ruoli delicati, prima la delega all’idrico e poi quella all’Ambiente) e la Città metropolitana a Carmelo Versace.

Un anno dopo, a novembre 2022, in appello arriva la conferma della condanna per abuso d’ufficio per Falcomatà condannato alla pena di un anno. Condanna a sei mesi per gli assessori della prima giunta. Ancora in sella Brunetti e Versace. Il sindaco chiede ai suoi facenti funzione e alla città di resistere. Di ieri la decisione della Cassazione, a cui il sindaco e gli altri protagonisti della vicenda avevano fatto ricorso ad aprile. Falcomatà torna al suo posto a palazzo San Giorgio e iniziare il terzo tempo.

Le vicende giudiziarie

Il sindaco di ritorno avrà più di un pensiero perchè ci sono due vicende che pendono ancora sulla sua testa. Da una parte c’è stato, qualche giorno fa, un secondo rinvio a giudizio per il caso Miramare bis, nato dalla denuncia del movimento Reggio Futura per la mancata costituzione del Comune di Reggio come parte civile proprio nel processo Miramare. Secondo la denuncia in Procura, Falcomatà, con comportamento omissivo, avrebbe impedito la costituzione, arrecando a se stesso e agli altri imputati un ingiusto vantaggio patrimoniale. L’accusa, anche in questo caso, è di abuso d’ufficio. Un processo che potrebbe esaurirsi in poche sedute, la cui prossima udienza è fissata il 14 novembre. E poi ci sono i brogli elettorali, tornati prepotentemente in scena, con lo scontato rinvio a giudizio di Antonino Castorina e l’archiviazione per Demetrio Delfino e l’invio degli atti alla Procura, a sorpresa, che riguarda la posizione di Falcomatà, deciso dal giudice del tribunale di Reggio lo scorso 12 ottobre scorso.

La maggioranza

Con una maggioranza che perde pezzi e l’opposizione che si rimpolpa, il vero problema per Falcomatà sarà trovare il modo di ricompattare l’ambiente politico dei suoi che, in due anni di pausa, sono diminuiti nei numeri. Strano a dirsi: la maggioranza che ha resistito con perdite agli attacchi proprio adesso rischia di implodere per una serie di consiglieri che si ritrovano dall’altro lato della barricata. È il Pd a restare con pochi nell’aula Battaglia. Per un Nino Castorina perso per sempre, pronto a sedere col gruppo misto, Peppe Sera capogruppo come se la giocherà con Peppe Marino di ritorno? Chi vincerà poi tra Barreca e Pensabene, questione di numeri di voti mal contati che adesso però devono risultare esatti perchè uno dei due dovrà lasciare il palazzo. Califano va via dalla maggioranza per far posto a Saverio Anghelone che però con “Noi moderati” siederà con Ripepi e company all’opposizione. Una minoranza che ha accolto Mario Cardia e che ora si prepara ad accogliere l’ex fedelissimo di Falcomatà Armando Neri (entrambi in odore di Lega). E Nino Zimbalatti, “cavallo pazzo” pronto, se serve, a fare opposizione dai banchi della maggioranza. In ogni caso il ritorno del sindaco titolare potrebbe raffreddare gli animi che, in più di una seduta di commissione, si sono accesi.

Al consiglio regionale

Altro ritorno ma non a palazzo San Giorgio, bensì a palazzo Campanella, sarà quello di Giovanni Muraca che tornerà al consiglio regionale della Calabria tra i banchi del Pd al posto di un altro reggino, Antonino Billari.

I vice e la giunta

Si parte come vice dalla certezza di avere i due facenti funzione uscenti (per buona pace di chi aveva aspirato a salire di grado). Carmelo Versace, come abbiamo raccontato (blindato da un accordo romano tra Falcomatà e il senatore di Azione Marco Lombardo) e Paolo Brunetti che vince in assoluto il premio di paciere di questi due anni. Perchè se Versace, fumantino, in tutto questo tempo, non le ha mai mandate a dire a nessuno, compresi i dirigenti comunali (bacchettati ripetutamente), il sindaco ff di Reggio ha dovuto avere molta pazienza, dalla vicenda Arrical con la Regione, fino alla decisione sulla Fenice amaranto che ancora gli viene rinfacciata.

Il nodo del Pd in consiglio comunale si ricollega anche alle vicende della giunta. Quattro assessori in quota Pd sono davvero tanti, col ritorno del sindaco che va nel computo e il presidente del consiglio Enzo Marra, diventano tantissimi. Il tempo è esaurito sicuramente per Lucia Anita Nucera e per Rocco Albanese. Per Angela Martino e Mimmetto Battaglia ci sarà da vedere. Soprattutto per l’assessorato ai Lavori pubblici il sindaco sospeso si è messo per cercare una figura di altro profilo. Vi abbiamo detto di Luciano Gerardis, già presidente del tribunale reggino, ma non sarebbe il solo contattato. L’alto profilo sarebbe una garanzia del procedere spediti. Perchè è l’accelerazione e la velocità che servono adesso. Un altro probabile confermato potrebbe essere Demetrio Delfino al welfare. Per il resto è tutto in bilico. E per non creare ancora più malumori Falcomatà dovrà stare molto attento alle scelte della giunta.

I candidati a palazzo

Con un palmo di naso rimangono, almeno per il momento, coloro che avevano previsto che la sedia di palazzo San Giorgio si potesse liberare celermente. Massimo Ripepi avrà ancora più tempo per costruire il suo esercito sponsorizzato da Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi. Eduardo Lamberti Castronuovo potrà ancora raccogliere le idee e le esigenze della città. E Giuseppe Scopelliti, dopo l’esaltante ritorno in piazza dello scorso sabato, potrà continuare a promuovere il suo libro e a raccontare la sua storia da uomo che è tornato in libertà. La strada del perseverante Giuseppe Falcomatà, non di meno, resta in salita.

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