Sentenza Cassazione, Falcomatà rilancia: «Il sindaco non può avere paura, adesso ricominciamo»

«Un’emozione unica. Grazie di cuore al mio amico Antonio Decaro e a tutti i sindaci. Un affetto che mi ha commosso. Ricominciamo da qui». Così Giuseppe Falcomatà, da ieri riabilitato dalla Cassazione a sindaco di Reggio Calabria, in seguito all’annullamento della condanna nel processo “Miramare”, parlando stamattina a margine dell’Assemblea nazionale dell’Anci, a Genova.

«Ho capito qual è la vera differenza tra fare il sindaco ed essere sindaco. Essere sindaci è qualcosa di
indipendente dal portare la fascia tricolore addosso perché quella fascia, con quello che è il suo peso e la sua responsabilità, continuiamo a sentirla anche quando non la indossiamo. E’ un momento per me di grandissimi dubbi, ma nel quale c’è una certezza: farò il sindaco per i prossimi tre anni, ma mi sentirò sindaco per sempre.

Era doveroso esse qui- spiega- perché i sindaci assieme ai miei concittadini e la mia famiglia non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto e la loro fiducia in questi lunghi e interminabili e incomprensibili quasi due anni di sospensione. E’ un modo per ringraziarli e riabbracciarli».

Per Falcomatà, «la sospensione non colpisce solo il sindaco eletto, ma tutta la comunità che ha visto in lui colui che può rappresentare al meglio i loro sogni, le loro ansie, le loro speranze e tradurle in fatti amministrativi concreti. La riflessione vera che bisogna fare è consentire ai sindaci di fare i sindaci, senza che questo ingeneri la paura della firma». Perché, spiega, «avere paura è un sentimento che il sindaco non si può permettere di provare: la paura ti rallenta, ti blocca, ti rende insicuro e un sindaco non se lo può permettere perché una città che rallenta e si ferma è una città che va indietro. E’ importante che i sindaci abbiano la possibilità di fare il mestiere più bello del mondo e per il quale i cittadini gli hanno
dato fiducia».

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