Caulonia, il vicesindaco querela la minoranza per diffamazione ma il giudice archivia tutto
Nel mirino dell'opposizione un presunto conflitto di interessi. Il tribunale: «Toni tollerabili e informazioni vere». Scambi di accuse in consiglio comunale
Ha querelato per diffamazione l’intero gruppo di minoranza (e un quotidiano), ma il tribunale di Locri ha archiviato il procedimento, come chiesto anche dalla Procura. Si chiude così la querelle tra il vicesindaco di Caulonia Andrea Lancia e l’opposizione consiliare guidata dal capogruppo Luana Franco. L’assessore al bilancio un anno fa aveva denunciato alla Procura i consiglieri di minoranza, autori di un manifesto in cui gli stessi evidenziavano un presunto conflitto di interessi dello stesso per quanto riguarda l’organizzazione del Kaulonia Tarantella Festival 2022 a cura di Massimo Bonelli, «di cui – riportava il manifesto – il vicesindaco è socio nella società iCompany con quote al 40%».
«Preliminarmente – annota il pm nella richiesta di archiviazione – si osserva che la vicenda di cui si tratta si muove sul terreno del dibattito politico e del diritto di cronaca e di critica, valori ricadenti nella sfera dei diritti costituzionalmente protetti dall’art. 21 della Costituzione. Il denunciante, in qualità di vicesindaco e assessore comunale al bilancio, sostiene di essere stato leso nell’onore e nella reputazione, posta l’idoneità d detti scritti d’ingenerare nei lettori li convincimento che il medesimo, nell’esercizio delle pubbliche funzioni, abbia perseguito interessi personali, nonché quelli di Massimo Bonelli e Angelo Sposato. In primo luogo – sottolinea la Procura – appare dirimente evidenziare che entrambi gli scritti censurati dal denunciante riferiscono circostanze sostanzialmente corrispondenti a verità: nel corpo della denuncia non si smentiscono i rapporti personali intercorrenti con Bonelli, né il fatto che tali rapporti siano stati pubblicamente rivendicati da Lancia; inoltre, dalla visura camerale della ICompany si apprende che effettivamente la distribuzione delle quote sociali tra Bonelli e Lancia corrisponde a quanto indicato dagli indagati. Ciò detto, ne viene che gli articoli incriminati hanno acceso i riflettori su una questione di indubbio interesse pubblico per i cittadini di Caulonia, sulla base di un presupposto di fatto che risulta corrispondente a verità nella misura in cui sottolinea i rapporti di conoscenza intercorrenti tra i protagonisti della vicenda e ne enfatizza le potenziali conseguenze derivanti sul piano delle scelte politiche adottate dalla Giunta Comunale di Caulonia».
Nel decreto di archiviazione i giudici di piazza Fortugno rimarcano come «dall’analisi dello scritto ritenuto diffamatorio possano ricavarsi due parti: la prima, nella quale si riportano una serie di informazioni che debbono essere ritenute vere, poiché riscontrate dalla specifica documentazione allegata dalla stessa persona offesa; e la seconda, nell’ambito della quale gli esponenti del movimento “RinnoviAMOCaulonia” prospettano un rapporto, tra i soggetti coinvolti nella vicenda, che va oltre l’amicizia; considerato che tale ultima espressione – pur essendo idonea, nella sua genericità, a produrre un vulnus nella reputazione della persona offesa – risulta strettamente collegata alla correttezza nella gestione della res pubblica e va quindi inquadrata anche in considerazione del contesto politico entro il quale si svolgeva la vicenda, che fisiologicamente tollera toni aspri ed espressioni pungenti».
«Le nostre rimostranze sulla gestione del Ktf non hanno mai avuto nulla di personale – ha evidenziato Luana Franco rendendo pubblico il fatto durante l’ultimo consiglio comunale – Ritenevamo doveroso che l’amministrazione spiegasse le scelte fatte in quell’occasione e che desse risposte ai cittadini. Il vicesindaco piuttosto che rendere conto ha preferito denunciarci. Non facciamo personalismi ma affrontiamo le questioni nel merito».
La replica di Lancia, che sostiene di aver agito a titolo personale, non si è fatta attendere. «Gli assessori e i consiglieri di maggioranza, a cui chiedo scusa, non erano partecipi – è la difesa del vicesindaco cauloniese –Gli atti del Ktf sono pubblici, io non ho mai rubato in questo paese e non ho conflitto di interessi. Lo scorso anno il signor Bonelli era qui a titolo gratuito. Quest’anno non ero d’accordo alla sua presenza e lo può testimoniare la mia maggioranza. Non mi dimetto, perché i cittadini mi hanno votato per l’alzare l’asticella di questo paese».