Città degli ulivi, nella bufera le elezioni per il rinnovo degli organi assembleari: Fazzolari chiede la revoca

Sono finite nella bufera le elezioni per il rinnovo degli organi assembleari dell’associazione dei sindaci della Piana “Città degli ulivi”. A muovere battaglia è il primo cittadino di Varapodio Orlando Fazzolari, che ha contestato il metodo utilizzato per la votazione, sostenendo che lo stesso è andato contro lo Statuto. Per tale ragione ha inviato una lettera al presidente dell’assemblea ancora in carica, Giuseppe Zampogna, chiedendo che le elezioni vengano rifatte. Nel corso dell’ultima seduta dell’Assemblea, tenutasi lunedì, nella sala del Consiglio comunale di Cittanova, tra i diversi punti all’ordine del giorno ci sono state anche le elezioni per il rinnovo degli organi assembleari, in particolare dei presidenti dell’Assemblea e del Comitato direttivo di Città degli ulivi, ruoli finora ricoperti rispettivamente dal sindaco di Scido Giuseppe Zampogna e dal sindaco di Cittanova Francesco Cosentino.

Con le nuove elezioni, sono risultati eletti il sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia, nel ruolo di presidente dell’Assemblea, e il sindaco di Molochio, Marco Caruso, nel ruolo di presidente del Comitato direttivo. Il metodo usato per la votazione però, non è andato giù al sindaco di Varapodio Orlando Fazzolari, che ha contestato le elezioni chiedendo che vengano rifatte seguendo però le regole dettate dallo Statuto. «Giova ricordare – ha scritto Fazzolari nella missiva indirizzata al presidente dell’Assemblea Zampogna – che l’Associazione è dotata di uno statuto che tutti i comuni hanno recepito al momento dell’adesione, avvenuta con delibera di consiglio comunale. Orbene, all’articolo 11, lo stesso statuto recita testualmente: “Le elezioni degli organi assembleari avvengono per scrutinio segreto e con una maggioranza dei due terzi degli aventi diritto al voto, fino alla seconda votazione, passando a maggioranza assoluta dalla terza votazione in poi.

Le elezioni che si sono tenute durante l’assemblea, sono avvenute per alzata di mano – sottolinea il sindaco di Varapodio – non a scrutinio segreto, e senza la maggioranza numerica prevista dallo statuto nel corso della prima votazione. Sembra incredulo che un amministratore con la sua esperienza scivoli in un banale quanto inopportuno modus operandi, e anche le persone elette, che hanno dichiarato di essere tanto esperti, non si siano resi conto di quanto accaduto nel corso della votazione. Alla luce di quanto esposto e senza dover scomodare altri organismi, si chiede di revocare in autotutela le elezioni in questione e procedere a una nuova convocazione dell’assemblea per ripetere le operazioni di voto nel rispetto della legge e dello statuto dell’associazione».

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