sabato,Aprile 27 2024

Centrosinistra e centrodestra, il “caos calmo” delle coalizioni decide il destino del sindaco della città di Reggio

Le scelte di Falcomatà rimettono in moto appetiti e strategie nei partiti. Ma siamo sicuri che sono tutti pronti a ritornare alle urne?

Centrosinistra e centrodestra, il “caos calmo” delle coalizioni decide il destino del sindaco della città di Reggio

Ma siamo sicuri che il caos regni solo nel centrosinistra, e nella maggioranza che non condivide le scelte del suo sindaco? La domanda è legittima, a 24 ore dalla presentazione del nuovo esecutivo monco e orfano di rappresentanza partitica, e politica, che ha fatto sobbalzare le segreterie, anche nazionali, dei partiti. Perché se la confusione regna nell’amministrazione, per quanto riguarda le opposizioni si potrebbe tranquillamente parlare di un “caos calmo”, scandito in primis dal doppio annuncio, di Forza Italia e della Lega, rispetto a due distinte mozioni di sfiducia che vanno nella stessa direzione.
Un’azione politica legittima, sia chiaro, ma che appare quantomeno slegata fra i due partiti. Tant’è che il coordinatore regionale, e provinciale, di Forza Italia Francesco Cannizzaro, si è affrettato a dire che le mozioni saranno sicuramente sovrapponibili, e che comunque anche lui è pronto a stracciare quella degli azzurri per la causa: mandare a casa l’amministrazione Falcomatà con la complicità di pezzi della maggioranza.

In realtà, quello che viene da pensare è che anche negli ambienti di centrodestra siano stati colti di sorpresa dalla mossa di Giuseppe Falcomatà, che pur di smuovere una situazione ormai grottesca, ha rischiato, e rischierà, il tutto per tutto facendo valere anche le sue prerogative. Il centrosinistra, inteso con Pd, Dp, Psi e Italia viva, si prepara per una interpartitica che scandirà l’agire della maggioranza da qui in avanti. I numeri, in proporzione, sono sufficienti a rendere la vita complicata al sindaco, ma a che pro? Chi è veramente disposto a concludere questa esperienza? E perché no, a rinunciare, ai nuovi emolumenti? A microfoni spenti, in tanti parlano di «follia», descrivendo l’atteggiamento del sindaco, ma all’atto pratico nessuno ha pronunciato le parole «appoggio esterno», e men che meno «sfiducia».

Da parte sua il centrodestra – in qualche maniera sorpreso dalla nuova soluzione – farà di tutto per approfittarne. Ci aveva provato già quando esplose il caso dei brogli, rimediando una magra figura andando, anche in quell’occasione in ordine sparso, e senza una regia comune. Ci riprova adesso con le mozioni di sfiducia. E a quanto pare anche in questa occasione in ordine sparso. Il primo a provocare i colleghi di maggioranza era stato Demetrio Marino, unico superstite di Fratelli d’Italia che aveva ipotizzato nel corso dell’ultimo consiglio comunale proprio i consiglieri di centrosinistra con le spalle al muro di fronte ad una mozione di sfiducia. Ma poi null’altro. L’esigenza di Forza Italia e della Lega è quindi, e prima di tutto, affermare, ed affermarsi, quale leadership della coalizione.

E ciò è evidente, anche a fronte delle diplomatiche risposte del vulcanico Cannizzaro che parla di autonomia decisionale dei partiti ma, si badi bene, anche di errori che non si ripeteranno nella prossima imminente (?) campagna elettorale. Una corsa a candidarsi quale motore delle opposizioni e, nel futuro, quale partito trainante della coalizione, giustificato anche dal fatto che a Palazzo San Giorgio, oggi, il gruppo più numeroso è quello del Carroccio, in perenne campagna acquisti. L’obiettivo principale è naturalmente mettere d’accordo tutti gli alleati sul preteso ruolo di leadership che continua ad esercitare il deputato reggino Cannizzaro con la sua Forza Italia. Anche perché la pretesa va nella direzione di dimostrare di avere tutte le carte in regola per poter indicare il candidato a sindaco. Se sarà lo stesso Francesco Cannizzaro o come si fa circolare da tempo la vicepresidente della giunta regionale Giusi Princi, lo decideranno a tempo debito gli attori principali della coalizione che, va ricordato, almeno per il centrodestra tradizionale, deve fare i conti anche con Fratelli d’Italia, pronta a celebrare – come Forza Italia del resto – i propri congressi per tornare a percentuali degne di un partito alla guida del governo.

Se ci riuscirà, molto dipenderà dagli interpreti del Giorgia pensiero. Ma poi bisognerà capire il ruolo che vorrà, se lo vorrà ancora, recitare Angela Marcianò, che in percentuale e da sola ha superato anche FI alle ultime comunali. E Massimo Ripepi che, con la spilletta di candidato a sindaco sul petto, con la sua Rheggio porterà il ciclone Stefano Bandecchi in città (l’appuntamento è fissato al 20 gennaio) riservandogli il teatro Cilea. Lo stesso coordinatore provinciale e regionale azzurro, ha chiarito che già nel pomeriggio i consiglieri di Forza Italia e della Lega si vedranno per produrre evidentemente un unico documento di sfiducia. Ma allora – e la domanda sorge spontanea, anche se Cannizzaro ha dribblato la risposta – in una situazione come quella che sta vivendo la città, nell’ambito di una crisi di partecipazione al voto che alle ultime comunali ha portato alle urne solo il 52% degli elettori, non era forse meglio dare l’immagine di una coalizione compatta e coesa (giusto per usare parole care a Cannizzaro) sull’obiettivo, invece che dare l’impressione di fare una corsa per arrivare primi? Domanda legittima crediamo. Quanto legittimo è annacquare la risposta.

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