Ponte sullo Stretto, Musolino: «Abbiamo il diritto a conoscere la verità»

«Due tipi di politica stanno fallendo sul Ponte. Sta fallendo la Destra che, per beghe interne e concorrenza elettorale tra i partiti di Governo, sacrifica i territori (svendendoli) ad una decisione ideologica (il “SI” al Ponte di Salvini), con l’obiettivo di aprire spazi d’affermazione in altre sedi.

Sta fallendo anche una politica ambigua, indecisa, indifferente; quella che spera di lucrare sulle lungaggini burocratiche per infilarsi tra le pieghe del Potere, per elemosinare spazi, chance, opportunità non propriamente sociali e collettive». Così in una nota il segretario del Pd di Villa San Giovanni Enzo Musolino.

«Gli amministratori coinvolti hanno il dovere di esorcizzare queste derive, con il coraggio della verità e del buon senso. C’è un’occasione decisiva: in conferenza di servizi i comuni interessati, sulla base di dati tecnici e analisi competenti, potranno (dovranno!) esprimere un SI o un NO finale, uscendo finalmente dalla “terzietà” cui sono stati “costretti” anche a causa di una procedura – voluta da Salvini – che ha abolito il dibattito pubblico sull’Opera, tacitando il libero confronto e svincolando gli amministratori dal “dovere” di esprimersi con chiarezza. Si spera che presto arrivino presso gli uffici di Villa e di Messina le “password” per accedere al “progetto aggiornato”, si spera che i dati “ufficiali” vengano subito messi a disposizione della società civile e dei corpi intermedi (noi come PD lo abbiamo già chiesto), si spera che non manchi nulla per una valutazione il più possibile oggettiva, asettica, sottratta ad un ideologismo che, per la verità, è tutto appannaggio del fronte del SI, così piegato ai desiderata di un partito minoritario al Sud ma, nonostante tutto,  pericolosamente capace di sottrarre autonomia ai nostri territori e di soddisfare interessi esogeni, estranei».

«Per quanto riguarda il fronte del NO – ed è stato chiaro anche all’ultimo incontro pubblico organizzato da Saverio Pazzano e dal Movimento LA STRADA, presso l’aula consiliare di Reggio, il Primo Marzo scorso – prevalgono le valutazioni tecniche, si stigmatizzano le omissioni e le opacità dell’iter fin qui predisposto, si chiede precisione e accuratezza nella documentazione e nella comunicazione mentre si affermano, di contro – da parte dei protagonisti della Grande Opera – sciatteria, approssimazione, deficit professionale, fumisterie di bassa politica. E se questa opacità dovesse continuare? Se fosse ancora sostanzialmente impedito ai tecnici e agli esperti dei Comuni una seria valutazione sulle carte ufficiali? Se le prescrizioni per la Valutazione di Impatto Ambientale fossero nuovamente disattese? Cosa dovremo aspettarci dai Comuni interessati?

Varrà o non varrà il saggio principio di precauzione? Si affermerà un chiaro NO di tutela e di protezione di territori così fragili e preziosi?».

«La buona politica sta già adempiendo al suo compito: il Partito Democratico, in tutte le sue articolazioni, ha preso una posizione netta e chiara, dialetticamente fondata e seriamente documentata, contro il Ponte di Salvini che è sempre il vecchio Ponte di Berlusconi e di Lunardi. Insieme a Europa Verde e a Sinistra Italiana si è deciso di investire della questione anche la Magistratura, di stimolare un controllo su tutta una procedura che palesa evidentemente troppi aspetti negativi, incompatibili con l’interesse pubblico, così come segnalato anche dall’ANAC, dall’autorità amministrativa indipendente anti corruzione. E’ il tempo dell’impegno e del coraggio, quindi, il tempo della verità e non della retorica. E’ il tempo del diritto alla conoscenza, della precauzione, dell’attenzione contro i passi falsi, contro l’ottundimento programmato: il rischio sismico, ad esempio, esiste come esiste la criminalità organizzata. Non basta prendersela con il geologo Mario Tozzi o con Don Luigi Ciotti – tacciati di inutile allarmismo – per scongiurare questi rischi, affidandoci al pensiero magico».

«Siamo nel 2024 e non negli anni cinquanta del Secolo scorso: non ci rassicurano le negazioni e le sottovalutazioni che mirano solo ad anestetizzare la popolazione. Abbiamo il diritto alla verità e i politici coinvolti, a tutti i livelli, hanno il dovere della “complessità”, hanno il compito di affrontare tutti i nodi e, possibilmente, di scioglierli senza l’autoritarismo evidente – quello della Lega Nord – che mira a recidere di netto il “nodo gordiano”, abbandonando i territori, senza protezione, lungo il crinale di un buco nero fatto di interventi per “mitigazione del danno”, di opere sulle “interferenze” del Ponte, di false compensazioni di fronte  ad una realtà evidente: Villa SG e Torre Faro saranno stravolti da un attraversamento stabile che non unisce, che divide» ha concluso Musolino.

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