Europee, ha fatto tappa anche a Cittanova il tour elettorale di Bandecchi: «Fra tre anni vogliamo arrivare al Governo»

Il tour elettorale a bordo di un camper di Stefano Bandecchi, per le europee che si terranno l’8 e 9 giugno, ha fatto tappa anche a Cittanova. Il segretario nazionale di Alternativa popolare, nonché sindaco di Terni, accompagnato da Nino Cento e Massimo Ripepi, rispettivamente coordinatori cittadino e regionale del suo partito, ha voluto presentarsi ai cittadini, attraverso un incontro pubblico, tenutosi ieri sera all’interno della biblioteca comunale. Prima di cominciare però, ha fatto un giro in villa, non disdegnando di chiacchierare con tutte le persone che gli si son avvicinate.

A dare il via all’incontro, moderato da Orazio Cipriani, il coordinatore cittadino di Alternativa popolare, Nino Cento, che si è detto «stanco di vedere i cretini al posto di comando». Gli ha fatto subito eco, il coordinatore regionale Massimo Ripepi, il quale ha sostenuto che Bandecchi «è venuto con coraggio per servire un territorio. Questo è un partito di coraggiosi, liberi e forti, che si sono ritrovati per combattere insieme le ingiustizie, e noi siamo i tre pazzi che credono nel fatto che questa è una battaglia che riusciremo a vincere. Bandecchi è una persona vera, nel bene e nel male, un grande imprenditore che ha deciso di entrare in politica per cercare di salvare la nazione e per questo ha il nostro appoggio».

La parola è quindi passata al protagonista della serata: «Intanto siamo partiti, ora l’importante è arrivare fra tre anni al Governo. Io non posso fare grandi promesse – ha affermato – ma posso garantirvi serietà. Nella mia vita ho sempre lavorato e potevo permettermi di non fare politica e addirittura vivere altrove, lontano dall’Italia, invece, ho scelto di restare per cambiare le cose, perché la nostra nazione è a un bivio. Per questo ho rinunciato a uno stipendio di 4 milioni di euro annui, per fare il sindaco di Terni e guadagnarne circa 120mila. È ora di smettere di farci prendere in giro. Il problema però è il nostro, perché nonostante le cose vadano male, continuiamo a votare sempre le stesse persone che hanno preso il comando e non ci hanno saputo guidare, dei veri incapaci».

Bandecchi ha puntato il dito sul fatto che «ci era stato promesso che avrebbero levato le accise sulla benzina, invece nonostante il petrolio oggi costi la metà, il prezzo della benzina non è mai calato. Per non parlare dei mutui schizzati alle stelle, perché non è stato messo un tetto». Dopo aver chiesto scusa alle donne presenti in sala, il sindaco di Terni ha sostenuto che «un Governo senza palle fa ciò che è stato fatto. Noi siamo quelli del piatto di minestra – ha continuato – i vecchi democristiani e per questo siamo stufi delle chiacchiere e vogliamo i fatti. Per questo ci circondiamo di gente capace come Cento e Ripepi. Il primo ha creato produttività e combattuto gli oppressori, il secondo con la sua associazione garantisce un pasto caldo a chiunque si trovi in difficoltà. Sono due persone che vedono nella Calabria ciò che gli altri non vedono o distruggono. Due persone che amano la propria terra ma non a parole».

Bandecchi ha quindi sostenuto di essere sceso in politica per «garantire un futuro ai miei nipoti», invitando quindi i cittadini a riflettere all’interno del seggio elettorale e dargli fiducia. Sul finire dell’incontro ha preso la parola il sociologo Francesco Rao, che in qualità di amico di Nino Cento ha voluto sottolineare la bontà delle sue azioni, in merito alle varie battaglie che ha intrapreso negli anni per salvaguardare la sua azienda cooperativa agricola, cha ha messo in piedi sullo Zomaro. Azienda che Bandecchi avrebbe dovuto visitare prima dell’incontro con i cittadini ma che, «per imprevisti che spesso succedono in campagna elettorale», non ha potuto farlo. Il segretario nazionale di Alternativa popolare ha però promesso che lo farà presto. Riallacciandosi quindi alla tormentata vicenda che ha visto protagonista Cento e la sua azienda, lo ha invitato a non mollare, raccontando di suo fratello morto suicida nel 2010, per «problemi che oggi sarebbero superati», ed esortato a combattere. «Un combattente deve combattere – ha affermato Bandecchi -. Davanti alla sfiga e al nemico, il miglior guerriero deve sorridere e saper combattere».

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google