San Luca, gli strali di Bartolo sull’AssoComuni: «Deluso dall’assenza di Maesano e Imperitura»
Il sindaco: «Se fossi stato ancora in carica mi sarei dimesso da un organismo che ormai non ha più ragione di esistere»
Si aspettava una mano tesa dall’associazione dei comuni della Locride, guidata dal presidente Vincenzo Maesano, e dal comitato dei sindaci del territorio presieduto da Giorgio Imperitura. «Sono deluso dalla loro assenza» è il rammarico del primo cittadino di San Luca Bruno Bartolo, che a margine dell’assemblea pubblica in cui ha motivato la decisione di non ripresentarsi alle urne e illustrato la sua relazione di fine mandato, ha riservato frecciate ai suoi quasi ex colleghi. «Dopo quanto accaduto mi aspettavo che fosse convocata un’assemblea dei sindaci qui a San Luca, ma su questo paese anche da parte loro c’è del pregiudizio» ha tuonato Bartolo, che nel periodo di vacatio dopo la decadenza di Caterina Belcastro e Giuseppe Campisi, ha guidato l’organismo ad hinterim fino alle ultime elezioni. «Se fossi ancora in tempo mi dimetterei dall’assemblea – ha rincarato il sindaco sanluchese – perché così non ha senso di esistere».
A pesare nella decisione del primo cittadino anche gli avvisi di garanzia emessi sulla vicenda dello stadio comunale “Corrado Alvaro”, sequestrato mesi addietro perché gli scarichi degli spogliatoi andavano a finire nella fiumara. «E’ stato un pugno nello stomaco – ha ribadito Bartolo – ma ho fiducia nel lavoro dei magistrati». A schierarsi al suo fianco anche alcuni membri della maggioranza. «Anziché sentirci tutelati ci siamo sentiti nel mirino – spiegano – noi dobbiamo pagare per sbagli che sono stati fatti nel 2017».
Nella piazzetta davanti al municipio il tema è argomento di discussione anche tra gli anziani che affollano le panchine, dove il sentimento che prevale è quello della rassegnazione. «Ci sentiamo abbandonati – racconta un signore – perché quando il ministro Crosetto è venuto lo scorso anno non ha sentito il bisogno di incontrare il sindaco, anziché non considerarlo? A chi dobbiamo votare se dallo Stato siamo trattati così?».