Nuovi problemi all’orizzonte per Luca Gallo, Presidente della Reggina 1914. Secondo quanto riporta l’edizione bolognese di Repubblica, «il tribunale del lavoro di Bologna ha condannato in primo grado la cooperativa M&G Coop Multiservizi, oggi in liquidazione, confermando le sanzioni per 1,2 milioni mosse dall’Ispettorato a carico del gruppo romano M& G che la controllava, più altri 1,2 milioni nei confronti di 80 imprese bolognesi che si erano affidate al gruppo e che hanno dovuto pagare sanzioni che vanno dai 5 ai 50mila euro ciascuna».
«I fatti risalgono al periodo tra il 2017 e l’autunno 2019 – si legge – quando una denuncia della Uil fa scoppiare il caso M&G a Bologna. I lavoratori riferiscono al sindacato di buste paga anomale, e Tfr o contributi non versati, dimissioni e poi riassunzioni nelle stesse aziende. Dai loro racconti emerge infatti un’attività sospetta di una decina di società tutte riconducibili al gruppo romano M& G, guidato dal patron della Reggina calcio Luca Gallo, che si chiamano M& G Company, M& G Enterprise, M& G Group, M& G Co Service o M& G Holding.
Lo sottolinea anche l’Ispettorato del lavoro di Bologna che, dopo gli articoli di Repubblica, interviene per segnalare che “è corretto sensibilizzare e allertare le imprese bolognesi sul pericolo costituito dalle attività illecite contestate”. Anche l’Ispettorato nazionale del resto si era occupato di M& G, sanzionando 4mila imprese in tutta Italia e recuperando 30 milioni di contributi non versati.
Ora la sentenza di primo grado – sottolinea l’articolo a firma di Marco Bettazzi – mette un punto fermo a Bologna. La giudice Chiara Zompì il 3 marzo ha infatti respinto le obiezioni della M&G Coop Multiservizi, una delle tante società del gruppo, sottolineando che grazie alle testimonianze dei lavoratori è accertato che molti di loro siano stati impiegati “in nero” per giorni o settimane, senza cioè dichiarare o dichiarando solo in parte il contratto in essere. E soprattutto confermando le accuse sull’intermediazione di manodopera: i lavoratori forniti da M&G, infatti, non erano guidati come prevede la legge dalla M&G, ma erano alle dirette dipendenze dell’azienda cliente, che in qualche caso indicava alla cooperativa il lavoratore da assumere, o addirittura faceva dimettere e poi rientrare dalla finestra lo stesso lavoratore. Nessun responsabile di M&G operava concretamente nelle imprese clienti, e in alcuni casi gli assunti non avevano nemmeno mai incontrato nessuno del gruppo romano».