Reggina, Cardona: «Sconvolto dal mancato pagamento dei 757mila euro»

Finalmente, anche Marcello Cardona è tornato a parlare, interrompendo un silenzio, da parte sua, che durava da oltre due mesi. Le ultime notizie che si avevano dell’ex Presidente erano quelle delle dimissioni dello scorso 21 giugno.

Oggi, Cardona ha deciso di raccontare la sua verità, all’indomani della mancata iscrizione della Reggina al campionato di Serie B. «Parto con il ringraziare tutti i dipendenti della Reggina – ha esordito l’ex Presidente del club -. Quando mi sono dimesso non immaginavo che il saluto che avevo promesso sarebbe stato così carico di rabbia e tristezza. Non ho parlato in questi mesi perchè avrei rischiato di influire sull’iter processuale e giuridico. Le mie parole sarebbero state un assist per portare argomentazioni contro la Reggina. Purtroppo non è servito a niente».

Il racconto di Cardona

Cardona ha poi raccontato i convulsi giorni dell’iscrizione: «Io il 20 giugno mi trovavo a Milano per lavorare per la Reggina per la stagione 2023/24. All’ora di pranzo le proprietà mi chiedono di passare in sede. Mi viene comunicato, con tono trionfale, di aver iscritto la squadra. Questo perché il concordato prevedeva delle garanzie economiche, per le quali nella settimana fra l’omologa e l’iscrizione sono stato in ansia: ero presidente del Cda, ma senza responsabilità gestionali o poteri di firma, solo di vigilanza e rappresentanza. Le proprietà mi hanno annunciato dunque l’iscrizione e poi mi é stato annunciato che nella giornata successiva la società sarebbe stata ceduta. A quel punto prendo la decisione di dimettermi, perché non ho lo strumento tecnico-giuridico per fare il presidente. Preciso che non ho mai ricevuto PEC circa le dimissioni del Consiglio di Amministrazione».

Il mancato pagamento dei 757mila euro

«Poco prima della mezzanotte del 20, ricevo una chiamata di una nostra consulente economica, che comunicava che non era stato ottemperato il pagamento dello stralcio dell’omologa, lasciandomi sconcertato. La mattina successiva ho parlato con un altro nostro consulente che mi ha sottolineato che “non si é ottemperato al pagamento, ci siamo assunti questo rischio”. Io mi sono dimesso per queste due azioni scellerate, scellerate per non dire altro. In questi due mesi sono stato in silenzio e ho sofferto come tutti i reggini. Da oggi la mia posizione é chiara. In quest’ultimo anno ci siamo impegnati su numerosi fronti, a partire dalla cerimonia dei calendari, dall’arrivo della Nazionale, abbiamo affrontato un processo sportivo tramite il quale ne siamo usciti intelligentemente. Non aver pagato i 770mila euro ha sconfessato tutto il mio impegno con le istituzioni sportive, è stata una stronz…».

«Già individuate le località per il ritiro»

«Si parlava già all’epoca di questo fantomatico studio Tonucci per la cessione. Stavamo facendo la preparazione della nuova stagione, erano stati individuate le località per il ritiro precampionato, Moccone o Cascia, il direttore sportivo aveva fatto il sopralluogo e io da calabrese avevo espresso preferenza per la nostra regione. La notizia della volontà di cedere é stato dunque un fulmine. Le figure indicate erano un grosso dirigente che ora é in A e successivamente una nuova figura tecnico-sportiva di grande prestigio. La sera ho incontrato queste figure e uno di questi si era accordato con la società sulla parte economica con l’azionista di maggioranza».

Il settore giovanile

Cardona ha sottolineato come il suo impegno fosse improntato alla crescita del settore giovanile: «Il nostro settore giovanile era già diventato un punto di riferimento, ecco perché lo stupore per la cessione. Loro hanno valutato la possibilità di cedere la società perché c’era la crisi dell’azienda del maggiore azionista, ma anche perché l’ambiente nel club non era molto positivo e favorevole. Avevamo allacciato rapporti con il dottor Tramontana per nuove iniziative importanti con l’imprenditoria reggina. La Reggina doveva partire dal dottore Geria, al quale ho fatto stracciare un accordo precedente. Geria ha girato il mondo per realizzare uno scouting pazzesco, aveva fatto un lavoro pazzesco per creare la base per il futuro, era andato in tutta Europa, anche in Polonia. Avevamo definito l’accordo per 20 calciatori, di ciò almeno quattro avrebbero fatto parte della Prima Squadra». 

«Nessuno mi ha chiamato, nessuno mi ha chiesto un c…»

«Quando mi sono dimesso, non mi ha chiamato nessuno. I sindaci mi hanno chiamato 5 giorni fa. La proprietà non mi ha chiamato, nessuno mi ha detto nulla per restare, non potevo fare il garante di nulla. Le proprietà sapevano cosa stavo facendo, stavamo lavorando per la nuova stagione. La Reggina, con quelle spese e quei contratti, doveva cambiare registro, la Reggina non alha fatto una plusvalenza da anni. Comunque nessuno mi ha chiamato: ne i tifosi, ne nessun altro, nessuno mi ha chiesto un c….».

Il racconto dei processi sportivi

«Dopo i due processi sportivi sulle penalizzazioni, ho avuto l’impressione che si sarebbe andati a sbattere al muro, ho parlato con Gravina e ho detto a lui che si doveva chiudere entro l’ordinamento federale. Un discorso che ha colpito positivamente lo stesso Gravina. Rischiavamo di avere un totale di 12 punti di penalizzazione e avevamo preso una china molto pericolosa sul campo, sia per questi motivi ma anche per altri motivi. Ho parlato con le proprietà e ho consigliato di fermare la lotta giudiziaria, inoltre ho contattato il team manager Branca. Gli ho chiesto di chiedere all’allenatore se gli andasse bene e mi è stato risposto di sì».

Il ringraziamento a Roberto Occhiuto e le polemiche coi club di Serie B

«Dopo l’adesione al Codice Crisi Impresa ho avuto l’interlocuzione con i vertici federali e la Lega B. I complotti non esistono, Gravina e Balata dovevano esercitare le proprie prerogative e con la Reggina al primo posto e con la A praticamente certa sino al 27 dicembre, sono sono innescate le invidie degli altri club. In Assemblea di Lega il Brescia aveva chiesto l’esclusione della Reggina dalla B, il Pisa si lamentava che loro avevano pagato tutto e la Reggina invece aveva avuto la possibilità di aderire a questo maxi stralcio. Il 16 febbraio arrivano i dovuti i deferimenti. Sin da dicembre capisco che la situazione é estremamente complicata, la mia attività é iniziata con queste interlocuzioni dove piano piano eravamo riusciti a fare comprendere la situazione. Desidero ringraziare l’unico politico che durante quelle settimane che immediatamente avuto interlocuzioni con il Ministro dello sport e il presidente Gravina, il presidente della Regione Occhiuto».

La chiosa finale

«Lo scorso giugno ho ricevuto presso la mia abitazione un inviato del Tribunale di Roma, insieme al dottor De Lillo e il signor Ierardi, amico del direttore sportivo della Reggina, per cui c’era la garanzia di un’istituzione. Quando hanno mi hanno comunicato la cessione del club, gli ho detto che dovevano andare a comunicarlo alla città, perché la Reggina é un bene sociale. Invito le proprietà a chiarire pubblicamente alla città tutte le vicende in merito a questa situazione. Questa amarezza ci deve servire per guardare al futuro con una costruzione più intelligente, per evitare gli errori fatti in questi anni».

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