sabato,Aprile 27 2024

Reggina, città e tifosi in preda ad un delirio collettivo. E si guarda sempre al salvatore forestiero…

Il popolo reagisce di pancia ad una situazione che diventa sempre più grottesca. Ma cosa è cambiato rispetto ai proclami contro i forestieri approfittatori?

Reggina, città e tifosi in preda ad un delirio collettivo. E si guarda sempre al salvatore forestiero…

Ormai è un intrigo, anche internazionale. Una di quelle storie in cui si mischiano sport, denaro, magistratura, sportiva e non, politica, e la buona vecchia cara società civile. Tutto questo è la Reggina in questo momento storico. Mille tesi, che dicono tutto e il contrario di tutto, gruppi di tifosi e semplici cittadini che salgono sulla cattedra coi piedi, con supposizioni e ricostruzioni che trovano anche una eco importante. Ognuno dice la sua in un rincorrersi di “verità” che disorienta. Tutto fa notizia, soprattutto il pettegolezzo. Pressioni enormi. Una lotta senza esclusione di colpi. E neanche di colpi di scena.

L’ultimo in ordine di tempo è la disponibilità offerta dalla “Fenice amaranto” a fare un passo indietro, fornendo una via d’uscita, comunque dolorosa al facente funzioni Paolo Brunetti, ormai al centro di un fuoco incrociato da giorni.

Con lo stesso sindaco accusato da Ripepi (ma il pensiero è ovviamente comune in città) di aver recitato il ruolo di semplice passacarte, rispetto una decisione assunta da Giuseppe Falcomatà, che scalpita in vista del quasi scontato rientro a Palazzo San Giorgio.
Che la posizione di Brunetti fosse delicata è da tanto che si sa. Tutti i nodi sono venuti al pettine. E il contesto oggi non è per niente tranquillo.

La città è ormai preda di un delirio collettivo. Una sorta di rivolta, quella del popolo, amaranto, per accogliere il messia Stefano Bandecchi. Scelte di pancia e di tasca (altrui), sportivamente parlando. Tanto da portare in piazza, più volte, una folla urlante, al grido di “giù le mani dalla Reggina”.
Insomma il magnate livornese ha convinto tutti. E non importano le chiacchiere che si fanno su di lui. Bandecchi ci salverà. Con buona pace di chi aveva sbattuto la porta ai forestieri approfittatori, sarà ancora una volta “uno di fuori” il salvatore.


E siccome non si è d’accordo con le decisioni che si prendono, tutti diventano “tuttologhi”. Ma l’arma più utilizzata da costoro è il pessimismo dilagante, la delegittimazione, le cose spicciole, il fango.
Attenzione, però, perché l’affaire Reggina è ormai una corsa all’ultima delusione. Di chi sarà la prossima?

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