sabato,Aprile 27 2024

Bandecchi vuole prendersi la città di Reggio, ma prima dovrà convincerla

A sorpresa, in una intervista, il sindaco di Terni si candida a guidare la città con Alternativa popolare. Provocazione e realtà si confondono

Bandecchi vuole prendersi la città di Reggio, ma prima dovrà convincerla

«E se è questo il motivo, aveva ragione. Ma non ha fatto i conti con Stefano Bandecchi: lo sgarro che ho subito a Reggio Calabria sarà pagato politicamente. Lo scriva, glielo annuncio oggi: alle prossime elezioni comunali di Reggio Calabria ci sarà sicuramente il candidato Sindaco di Alternativa Popolare. Sono contento di non gestire io la Reggina, così il nostro candidato a Sindaco darà fastidio a tutti, farà perdere il centrodestra e vediamo se riuscirà a vincere».

Parole e musica – e che musica – di Stefano Bandecchi. Il sindaco di Terni e fondatore dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, le ha rilasciate in una intervista al quotidiano on line Strettoweb.com di fatto aprendo le ostilità, ammesso che ce ne fosse stato bisogno, con gli schieramenti politici cittadini.

D’altra parte dopo non essere riuscito a prendersi la Reggina, Bandecchi ora dichiara di volersi prendersi la città, sotto le insegne di Alternativa popolare di cui è anche coordinatore nazionale. Lo fa con i suoi consueti toni, graffiando e provocando a tal punto da indurre il sindaco facente funzioni della città, Paolo Brunetti, a replicare a muso duro.

La frase che il primo cittadino non ha mandato giù – e come si potrebbe del resto – è tutta un programma: «Può scrivere che sarà un candidato (a sindaco, ndr) forte e giusto, non sarà concusso con un mondo che a me fa abbastanza schifo, sarà un candidato pulito. Al massimo gli spareranno per strada…».

Goliardia, un pizzico di ripicca e di pessimo gusto, oggettivamente. Ma che fanno parte del personaggio che già si conosce. La città a questo punto dovrà cominciare a prendere confidenza con la franchezza, la sfrontatezza, il colore e anche la durezza di Stefano Bandecchi. Perché se quanto dichiarato poi sarà confermato dai fatti, la cosa sarebbe anche in qualche modoclamorosa.

Certo, Bandecchi, sembra di capire che non si sbilanci troppo. Parla di un candidato in terza persona, ma mai dice che si sta candidando personalmente. Ma lo fa capire, quando dice di essere «contento di non gestire io la Reggina, così il nostro candidato darà fastidio a tutti…».

Ora, al di là del linguaggio come detto colorito, non è un bel biglietto da visita mettere insieme in un breve discorso lo “sgarro subito” e gli “spari per strada”.Non è che usando questi termini qui si faccia intendere dalla popolazione reggina. O meglio, risulti più simpatico. Ma tant’è. Però la singolarità della candidatura di Bandecchi si può rintracciare in altre situazioni.

Intanto, un sindaco in carica che si candida alla guida di un’altra città distante più di 500 chilometri, così di punto in bianco, non è che faccia pensare ad una scelta ponderata e supportata da un progetto. D’altra parte non si tratta neanche del progetto triennale per rilevare quella che fu la Reggina. E poi, per le polemiche che hanno infuriato in città nelle scorse settimane, la decisione di Bandecchi appare più dettata da un impulso irrefrenabile di dire o fare qualcosa degno di nota, se non dalla volontà di mettere in atto una vera e propria ripicca di disturbo.

Sarà lui in questo caso a dimostrarci che la sua voglia di candidarsi a guidare questa città è animata da ben più fondati e nobili motivi. Che magari esulano anche dall’Università per gli Stranieri Dante Alighieri, che in questa diatriba appare alla stregua di una merce da consegnare al miglior offerente.

Naturalmente c’è da aspettarsi un inasprimento anche del clima politico in città. Bandecchi oggi come oggi, a Reggio, e per la gran parte dei reggini, è un personaggio più “noto alle cronache” che un politico, che a volte unisce e spesso divide. Ma per pensare di governare questa città bisognerà prima convincerla e metterla d’accordo con se stessa.

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