domenica,Aprile 28 2024

Si riapre il dialogo tra Falcomatà e il Pd, ma la soluzione non è così vicina: ecco perché

Con una breve nota della segretaria cittadina Bonforte e del capogruppo Sera si torna a chiedere un “patto di fine legislatura”. Poi la chiusura nei confronti della mozione di sfiducia del centrodestra

Si riapre il dialogo tra Falcomatà e il Pd, ma la soluzione non è così vicina: ecco perché

Continua sui binari della prudenza la ripresa del dialogo tra il sindaco Giuseppe Falcomatà e il Partito democratico. Dopo il brusco risveglio dell’epifania, con la presentazione di sei decimi dell’esecutivo, con tre caselle riservate al suo partito, da parte del primo cittadino, e la conseguente risposta a muso duro dei democrat reggini, tutto sembrava irrimediabilmente perduto.

Insieme al Pd, anche gli altri partiti della maggioranza interessati alla partita (Democratici e progressisti, Italia Viva, Azione e i Socialisti), non erano stati teneri con il sindaco, invocando ed ottenendo strategicamente una interpartitica che ha avuto il senso di abbassare i toni e riaprire quella porta lasciata socchiusa da Falcomatà. Un passaggio cruciale, questo, che molto probabilmente segnerà anche il proseguo della trattativa.

Anche perché all’apertura della maggioranza, che aveva allontanato lo spettro, per la verità mai agitato convintamente, dell’appoggio esterno, è seguita una nota distensiva anche da parte del sindaco Falcomatà che, attenzione, aveva scisso due momenti della trattativa: quella con il suo partito, il Pd, e quello con i partiti che hanno preso parte all’interpartitica.

«In politica è necessario saper fare sintesi» aveva scritto Falcomatà chiedendo di abbattere i tempi di attesa per il nuovo confronto, aggiungendo poi: «credo che sia importante ascoltare tutti e quindi vedere, in un momento immediatamente successivo, gli altri partiti della coalizione». Un ragionamento che poneva le sue basi sul fatto che solo al Pd sono riservate quelle tre postazioni libere in giunta. Anche perché i Dp di Nino De Gaetano al termine di una tribolata riunione interna avevano rinunciato ad entrare in giunta, e gli altri partiti, in virtù del criterio della rappresentanza in Consiglio, non potevano avanzare alcuna richiesta. Difatti se Paolo Brunetti rimane vicesindaco, lo fa ancora in quota Italia Viva, mentre Azione e Psi non possono avanzare pretese in quanto, oggi, non sono presenti nell’aula Battaglia (vale la pena ricordare che Carmelo Versace è in Consiglio comunale da civico).

Oggi, con una nota a firma della segretaria cittadina Valeria Bonforte e del capogruppo in Consiglio, Peppe Sera, si «prende atto dell’appello rivolto da Giuseppe Falcomatà al Partito Democratico ed alla coalizione». Insomma, il Pd non parla solo per il Pd, ma a maggior ragione dopo l’interpartitica, parla a nome della coalizione. Ed anche questo è un passaggio cruciale.

«I democratici reggini hanno sempre considerato fondamentale l’interesse della città e la sottoscrizione di un “patto di fine consiliatura” fondato su precisi e concreti punti programmatici – si legge nella breve nota -. Incontreremo pertanto il Sindaco per ragionare assieme di come Reggio Calabria possa conoscere un nuovo inizio fatto di interesse collettivo e sviluppo».

Infine, una chiosa che è anche una risposta a chi spera di trovare quattro scontenti, e quindi quattro voti nei banchi della maggioranza: «Siamo consapevoli che occorre lavorare ad impedire che le forze del centrodestra, responsabili del crack economico e sociale del Comune, tornino ad amministrare, il prezzo della loro incapacità lo abbiamo già pagato».

Dunque la nota del Pd, ad oggi, ci dice che il dialogo è riaperto, ma anche che il Pd sente la responsabilità per gli alleati che con un eventuale cambio di posizione di Falcomatà, intendono rientrare a pieno titolo nella partita della giunta. In altre parole adesso bisognerà sedersi e ancora ragionare come proseguire questa partita, perché Il Partito democratico con questa nota sta chiedendo al sindaco di farsi carico delle esigenze della coalizione. Va in questo senso ricordato che proprio quei partiti, nella fase caldissima della trattativa, avevano rimesso la palla al centro affermando che si sarebbero determinati solo dopo la risoluzione dei problemi tra Falcomatà e il Pd. Ecco perché, le due aperture – quella di Falcomatà e della coalizione – sono solo il primo passo di una trattativa che riprende tra tante incognite e ancora poche certezze.

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