domenica,Ottobre 6 2024

Cambi di casacca e voltagabbana, attrattivo il centrodestra o demerito del centrosinistra?

Il caso di Peppe Strangio è solo l’ultimo di una serie di abbandoni che evidenziano le difficoltà del centrosinistra e la spinta impressa da Francesco Cannizzaro a Forza Italia

Cambi di casacca e voltagabbana, attrattivo il centrodestra o demerito del centrosinistra?

Svuotamento e trasversalità. Sono i processi che sta vivendo il centrosinistra e il Partito democratico a Reggio Calabria, alla vigilia dell’appuntamento elettorale per le europee. L’ultimo in ordine di tempo è il passaggio a forza Italia di Giuseppe Strangio, uomo vicinissimo ai dem. Avvocato noto in città e docente universitario e membro del senato accademico dell’Università Iul di Firenze, Strangio è stato oltre che segretario del Pd cittadino, anche capo di gabinetto dell’allora presidente del Consiglio regionale Peppe Bova, membro del Cda di Fincalabra, e componente degli organi di valutazione del Comune di Reggio Calabria e della Regione, nonché presidente di un club service.

Il suo passaggio sotto le insegne degli azzurri capitanati in Calabria da Francesco Cannizzaro non è passato inosservato, segno che la campagna adesioni avviata da Forza Italia continua a dare i suoi frutti, ma anche che il Pd e comunque l’area di centrosinistra non è più così attrattiva. Non a caso alle agenzie di stampa lo stesso Strangio, che ha preso le distanze dal Pd ormai da tempo, ha parlato di mancanza di agibilità politica. «Forza Italia – ha detto – rappresenta l’unico soggetto politico nel quale possono trovare piena agibilità democratica idee laiche e liberali che esprimono il mio impegno». Aggiungendo poi che a restituirgli la voglia di impegnarsi in politica, è stato proprio il dinamismo del deputato reggino, che si sostanzia in «uno sforzo instancabile per rimettere al centro delle politiche nazionali il Sud, la Calabria, quindi Reggio e l’Area dello Stretto».

I più attenti analisti hanno collegato il passaggio di Strangio alla debolezza del Partito democratico in riva allo Stretto, dovuta allo scarso dinamismo delle segreterie e in parte agli strascichi lasciati dal rimpasto di giunta voluto da Giuseppe Falcomatà al Comune di Reggio. Dopo Armando Neri e Mario Cardia, transitati alla Lega, tra gli scontenti di Palazzo San Giorgio, non a caso, c’è anche l’inconsolabile Rocco Albanese, decano dem silurato all’ultimo minuto dal sindaco nella telenovela del nuovo esecutivo. Di tutta risposta, l’ex assessore ha piazzato da metà aprile il figlio nella struttura del consigliere regionale Giacomo Crinò, capogruppo di Forza Azzurri, che è una costola di Forza Italia. Chiacchierato e suscettibile di un movimento in uscita, è anche il consigliere comunale Nino Zimbalatti, in rotta da tempo con l’amministrazione Falcomatà e in cerca di nuovi stimoli che potrebbe trovare proprio nel centrodestra. Alcuni giurano per certo in Forza Italia, anche se ambienti qualificati azzurri non confermano per il momento.

Ma che le cose non stiano andando per il verso giusto lo si capisce anche dalle prossime amministrative. A Cittanova, la fuoriuscita di A Testa alta dal Pd avrà l’effetto di portare dall’altra sponda anche l’ex vice presidente del Consiglio regionale Francesco D’Agostino che in molti già vedono a sostegno del candidato del centrodestra. Senza dimenticare che ad oggi il Pd non ha espresso né un sindaco, né una lista per le comunali a Gioia Tauro, dove di candidati dem, anche in altre liste, non si vede neanche l’ombra. Insomma, demerito del Pd e di questo centrosinistra o merito del centrodestra, di Forza Italia e di Cannizzaro? Anche se c’è una terza via, sempre affollata per la verità, che è quella dei voltagabbana, che vanno dove soffia il vento. Un quesito che troverà risposta anche nelle urne l’8 e il 9 giugno prossimi, perché una cosa è certa, questi cambi di casacca si tramuteranno in voti persi alle europee.

I chiarimenti del Pd Metropolitano

Chiamata in causa, la Federazione Metropolitana del Partito democratico, ha battuto un colpo sul caso Strangio, e con una nota secca fa sapere anche che «non risulta iscrizione di Zimbalatti al Partito Democratico, nell’ultimo quindicenni». «L’ultimo incarico politico esecutivo di Giuseppe Strangio nel Partito Democratico è del 2009, quindici anni fa, e si è repentinamente concluso con un commissariamento da parte degli organismi nazionali. Da allora, il movimento politico di cui fa parte, “A testa alta”, e di cui fa parte anche l’ex assessore comunale, Antonino Zimbalatti, ha più volte sposato posizioni elettorali contrarie a quelle del Partito Democratico, talvolta vicine al centrodestra.

Inoltre, nell’ultimo quindicennio Strangio è stato iscritto al Partito Democratico una sola stagione, nel 2022. Non riteniamo, dunque, questa sua decisione un fatto politico, come si tenta di farlo passare, strumentalmente, ma una mera scelta personale dovuta a valutazioni slegate dalla vita democratica all’interno del partito, a cui Strangio, del resto, non partecipava».
E’ quanto da sapere all’Agi la federazione metropolitana del Pd di Reggio Calabria, in merito a recenti adesioni di esponenti politici considerati di area democratica a Forza Italia. “Non risulta, invece, – fa sapere la stessa federazione – iscrizione di Zimbalatti al Partito Democratico, nell’ultimo quindicennio“.

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