venerdì,Aprile 26 2024

Vaccini contro il cancro e le malattie cardiovascolari entro il 2030?

Ad annunciare la possibile svolta Paul Burton, direttore sanitario dell'azienda americana Moderna

Vaccini contro il cancro e le malattie cardiovascolari entro il 2030?

Entro il 2030 potrebbero essere disponibili vaccini contro il cancro e le malattie cardiovascolari, grazie alla tecnologia a mRNA, la stessa sviluppata contro il Covid. Ad annunciarlo Paul Burton, direttore sanitario dell’azienda americana Moderna, in un’intervista al quotidiano inglese The Guardian, spingendosi a parlare di «milioni di vite» salvate. «Penso che saremo in grado di offrire vaccini personalizzati contro il cancro che funzionino per diversi tipi di tumore alle persone di tutto il mondo» ha affermato Burton, aggiungendo che saranno «molto efficaci, e salveranno molte centinaia di migliaia, se non milioni, di vite».

L’annuncio

Secondo Burton, il punto è «riuscire a individuare con certezza la causa genetica di una malattia». Ciò permetterebbe di sfruttare la stessa tecnologia a mRNA che abbiamo messo in campo contro la Covid per insegnare alle cellule del nostro corpo a produrre l’esatta proteina capace di scatenare il sistema immunitario contro la patologia che si vuole combattere». Nel caso dei vaccini personalizzati contro il cancro, si partirebbe da una biopsia del tumore del paziente, da inviare in laboratorio per individuare le mutazioni genetiche caratteristiche delle cellule malate e non presenti in quelle sane. Si arriverebbe così alla fase di selezione, in cui un algoritmo identifica quali sono le mutazioni che guidano la crescita del tumore e che potrebbero sollecitare la risposta del sistema immunitario contro di esso. A questo punto si potrebbe creare una molecola di mRNA (RNA messaggero: il materiale genetico che contiene le istruzioni per la sintesi di nuove proteine) che contenga la ricetta per creare le proteine principali (antigeni: proprio come la spike del SARS-CoV-2) che causino una risposta immunitaria.

Più cauto ma non per questo meno fiducioso, Alberto Mantovani, presidente di Fondazione Humanitas per la ricerca: «Penso che non sia appropriato avere aspettative miracolistiche, ma anche che questa sia una tecnologia che ci aiuterà ad affrontare alcuni problemi. La rapidità e la versatilità offerte dalla molecola mRNA e dalla sua ingegnerizzazione stanno facendo fare passi avanti importanti. Ci sono dati pubblicati già da diversi anni, che mostrano come i vaccini mRNA nelle fasi precoci di sperimentazione clinica contro il melanoma, hanno dato risultati clinici estremamente incoraggianti».

Come funziona il vaccino

Dopo il vaccino, le istruzioni contenute nell’mRNA verrebbero usate dall’organismo per produrre frammenti di proteine identici a quelli trovati sulle cellule tumorali. Il sistema immunitario li userebbe per imparare a distruggere ogni cellula con quelle specifiche caratteristiche e a quel punto passerebbe a eliminare le cellule malate. Lo stesso principio potrebbe servire a preparare vaccini contro malattie rare fino a oggi non trattabili, condizioni autoimmuni o malattie cardiovascolari perché, a detta di Burton, «penso che abbiamo imparato negli ultimi mesi che se qualcuno pensava che i vaccini a mRNA fossero soltanto per le malattie infettive, o soltanto per la Covid, ora è evidente che non è così».

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