Santa Venere senza postazione di presidio medico, il Comitato cittadino scrive all’Asp

La frazione di Santa Venere chiede avere una postazione di assistenza medica continuativa. E lo fa tramite una pec inviata dal Comitato rappresentativo all’Asp di Reggio Calabria. Santa Venere «conta circa 600 abitanti o anche 1500 se includiamo le zone limitrofe.

Considerata la posizione geografica, trattasi di altopiano a 900 m di altezza, distante 30 km circa dal più vicino pronto soccorso di Reggio Calabria, raggiungibile solo attraverso mezzi propri, non esistendo i servizi bus di linea, ed attraverso un percorso allo stato impervio e sprovvisto di presidi di sicurezza (quali guard-rail,  ringhiere di protezione, illuminazione ecc.), può qualificarsi come zona altamente disagiata – chiarisce preliminarmente la mail inviata all’Asp, ed aggiunge –  molti dei servizi essenziali, sono carenti se non del tutto mancanti: innanzitutto manca il servizio di assistenza medica continuativa; difatti il medico di base fa le visite ambulatoriali solo una volta a settimana e per poche ore, manca una farmacia di riferimento, con evidente pregiudizio del diritto di assistenza medica di chi vi abita».

Da questo punto di vista prezioso «l’armadio farmaceutico gestito dal Dottor Sebastiano Megale, per qualche ora al giorno nel pomeriggio, nonchè l’impegno profuso negli anni dal Dottor Natale Ripepi e dal suo sostituto Dott. Domenico Bova, le Suore dell’Ordine religioso Maria Bambina. Tutti lavorano pur con le limitate risorse a loro disposizione ed i molteplici disagi, oramai noti a tutti viste le continue battaglie portate avanti da anni, da chi ha voglia di cambiare lo stato delle cose».

Evidenzia ancora la missiva «In non poche occasioni, soprattutto in questo particolare periodo di nota emergenza sanitaria, si verificano urgenze a cui non si riesce a provvedere in modo tempestivo a causa delle ristrettezze richiamate, che il più delle volte si risolvono nei fatti  nell’impossibilità di cura dei malati che non riescono a sopravvivere; in altri casi meno gravi, anche per un semplice malore risolvibile con una banale visita medica domiciliare, si è costretti a recarsi, con i noti disagi, al più vicino pronto soccorso (che come detto tanto vicino non  è) ed occupare inutilmente corsie di ospedali già oberati di altre e ben più gravi emergenze.

Queste ed altre difficoltà, unitamente alla circostanza che si tratta di una zona abitata in buona parte da persone anziane – spiega il Comitato nella lettera – che necessitano di prestazioni sanitarie costanti, rendono necessaria ed impellente la richiesta di una postazione di assistenza medica continuativa che assicuri un minimo di sostegno perlomeno nella fase del primo soccorso (attraverso visite in ambulatorio o a domicilio.

Ed ancora eventuale proposta di ricovero ospedaliero; prescrizione di  farmaci  per terapia d’urgenza; rilascio di certificati di malattia, insomma un servizio a disposizione di tutti i cittadini del posto, per chiamate urgenti durante le ore notturne, le giornate prefestive e festive, sopperendo in tal modo alla mancanza del medico o di altra figura sanitaria che nel caso specifico non sono disponibili; non dimentichiamo che il diritto alla salute ed alle cure mediche rientrano tra i primari ed essenziali diritti costituzionalmente garantiti».

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