Reggio, treno stipato: nessun distanziamento e in tanti senza mascherina

Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata inviata da un nostro lettore:

Gentile direttore,

oggi ho deciso di prendere un treno regionale per spostarmi da Reggio Calabria ad una località dell’hinterland. Complice l’impossibilità di utilizzare l’auto, ho pensato che quella fosse la soluzione più comoda per raggiungere il luogo prefissato.

Ebbene, appena giunta alla stazione di Reggio Calabria, ho visto il treno giungere e fermarsi e mi sono accorta di quanto fosse pieno. Soprattutto tantissimi giovani, ammassati, seduti senza alcun rispetto del distanziamento, per non parlare di coloro che erano costretti a rimanere in piedi. Tutti vicinissimi e, soprattutto, in pochi con la mascherina. La foto che le mando testimonia quanto il convoglio fosse pieno, tanto da costringere molti a rimanere vicino all’uscita.

Mi domando: si fa così tanto parlare di limitazioni, green pass e simili e poi si consente degli assembramenti come quelli visti oggi su un treno, quindi al chiuso? Tralascio l’argomento dei vaccini. Ma chi può sapere quante di quelle persone che erano con me oggi sul treno avessero o meno il Covid? Chi può sapere quante di quelle hanno fatto un tampone risultato negativo e quindi con rischio ridotto?

Lo ammetto: temo di aver sottovalutato la possibilità di contagiarmi salendo semplicemente su un treno per un breve tratto. Però mi chiedo: perché non vi sono controlli severi in queste situazioni che, probabilmente, rappresentano il veicolo più serio di contagio! Erano quasi tutti giovani e si stavano recando al mare. Insomma, l’età che, più di tutte, sta scontando questo scorcio d’estate. Non mi sorprende. Se questo è il modo in cui viaggia la maggior parte di loro, quanto vissuto oggi pomeriggio mi fa temere che il numero dei contagi possa salire ancora parecchio. Con buona pace di limitazioni, green pass e discussioni annesse.

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