Generazione Covid: vaccinarsi tutti per salvare il tempo dei nostri ragazzi

di Enrico De Girolamo – Mio nipote ha compiuto 18 anni. In quarantena. Lo scorso novembre era stata la volta di mia figlia. Diciotto anni anche lei. In lockdown. Per entrambi niente festa, niente invitati, niente di niente.

Quando ho fatto 18 anni io c’era il fantasma di Ghostbuster sull’invito. Discoteca. Duran Duran e Spandau Ballet a palla. Separé in penombra a totalizzare la solita quota di baci e mani infilate sotto i vestiti. Il video di Thriller in loop sul maxischermo del locale che andava ancora a Vhs.

Stavolta, così come a novembre, abbiamo fatto 10 minuti di festa “in Dad”. Parenti collegati su WhatsApp in video conferenza, telefoni posizionati alla bene meglio, “Mi senti?”, “Non ti sento…”, “Mi vedi?”, “Non ti vedo…”. Stabilita la connessione, con nonne e nonni tecnologicamente temprati dalla pandemia e pronti a dispensare consigli su come migliorare il collegamento, abbiamo spento le candeline, 18 appunto, tagliato la torta e stappato lo champagne. Nessuno ne ha assaggiato un pezzetto né bevuto un sorso, tranne mio nipote e la mamma, in quarantena anche lei con lui. Abbiamo finto una normalità ormai perduta, ci siamo detti quanto ci manchiamo e ci vogliamo bene, poi abbiamo fatto scivolare il dito sul tasto rosso che chiude la videochiamata. Tutto qua.

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