Coronavirus, i sindaci della Piana chiedono che venga aperta la terapia intensiva nell’ospedale di Gioia Tauro

Si è riunito, in sessione straordinaria e urgente, il Comitato direttivo dell’Associazione dei sindaci della Piana di Gioia Tauro per denunciare il collasso del tracciamento dei contagi Covid e le difficoltà del sistema di vaccinazione. L’incontro, nel municipio di Cinquefrondi, è servito anche per formalizzare le proposte da discutere nell’assemblea dei 33 sindaci che fanno parte di Città degli Ulivi, in particolar modo per chiedere alla prefettura di farsi carico delle difficoltà degli enti locali e per ottenere la trasformazione dell’ospedale Covid di Gioia Tauro in un centro dove aprire un reparto di terapia intensiva.  

«Ci sentiamo soli come mai prima», ha dichiarato Alberto Morano. Il sindaco di Laureana di Borrello, che fa parte dell’organismo assieme a Michele Conia (Cinquefrondi), Marco Caruso (Molochio) e Alessandro Giovinazzo (Rizziconi), ha discusso sulla strategia di contrasto assieme a Giuseppe Zampogna e Francesco Cosentino, vertici dell’organismo, e ad Aldo Alessio che si occupa di sanità.

«Quando chiamiamo l’Asp o l’Usca per avere ragguagli – ha denunciato Zampogna – ci viene risposto che manca il personale: trovo grave che chi di dovere non sia riuscito a prevedere l’incidenza drammatica di questi giorni, apportando i dovuti correttivi». Secondo il sindaco di Molochio «viene chiesto a noi di emettere ordinanze di quarantena ma a noi non risultano numeri reali dei contagiati». Per questo Giovinazzo ha chiesto di «riorganizzare il sistema in modo che i sindaci possano accedere direttamente alle piattaforme con i dati reali». I sindaci, infine, hanno chiesto anche un aggiornamento del sistema di vaccinazione «in modo da dare certezza e trasparenza ai servizi di somministrazione».  

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