venerdì,Aprile 26 2024

Caos all’Asp di Reggio Calabria, Filcams e Cgil lanciano l’allarme: «Si rischia la rivolta»

Diverse aziende non stanno pagando regolarmente gli stipendi ai lavoratori

Caos all’Asp di Reggio Calabria, Filcams e Cgil lanciano l’allarme: «Si rischia la rivolta»

«Pare che le difficoltà che stanno patendo da diversi mesi i lavoratori e le lavoratrici del reggino, impegnati in qualche modo a lavorare per garantire la Salute Pubblica dei cittadini, siano riconducibili alla carenza di personale nell’Asp di Reggio Calabria». È quanto affermano Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria e Giuseppe Valentino, segretario generale Filcams Cgil Calabria.

«In particolare – continuano – l’assenza di un dipendente che fino a qualche tempo fa si occupava di saldare le fatture per appalti e servizi, sta provocando diversi problemi alle lavoratrici ed ai lavoratori che si vedono negati il sacrosanto diritto allo stipendio. Addetti alle pulizie degli Ospedali, Cliniche e Laboratori della sanità privata, Guardie Giurate patiscono una condizione inaccettabile per la quale chiediamo un intervento immediato da parte della struttura commissariale. È inaccettabile che le condizioni di vita di migliaia di persone vengano messe in discussione da cotanta sciatteria e mancanza di organizzazione.

La Fp Cgil Calabria ha sollecitato il presidente, la struttura commissariale e il Dipartimento della salute della Regione a convocare subito un tavolo per attivare un confronto su assunzioni straordinarie, ormai non più rinviabile, date le gravi carenze che gravano sui servizi sanitari e amministrativi le cui conseguenze ricadono inevitabilmente su lavoratori e cittadini.

I lavoratori e le lavoratrici di varie strutture e aziende, con la Filcams Cgil in testa, stanno in queste ore proclamando lo stato di agitazione; il rischio è il blocco dei servizi sanitari in un periodo estremamente delicato per la tutela della Salute Pubblica; ma con tutto il rispetto, i lavoratori e le lavoratrici degli appalti e dei servizi, dimenticati dalle Istituzioni anche durante la Pandemia non sono più disponibili a subire questi indecorosi trattamenti».

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