Locri, attende di operarsi da sei anni: «Delusa e sconcertata»

«Sono delusa e sconcertata. Mi sento presa in giro, forse per troppa educazione». Parole intrise di amarezza quelle di N.L., donna di Locri che attende da sei anni di essere operata per un’infiammazione alle tube di Falloppio. Tutto inizia nel 2018 quando in seguito a forti dolori addominali, la signora si è recata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri, dove veniva invitata dal personale sanitario a non trascurare la situazione.

Alla luce delle carenze nella sanità pubblica, ha deciso di rivolgersi a strutture private per abbreviare i tempi. «Il primo specialista – racconta – ha negato l’esistenza del problema, così come una sua collega dalla quale sono andata per un secondo consulto, nonostante avessi una risonanza magnetica con mezzo di contrasto. Solo su mia insistenza ha guardato meglio e mi ha dato una cura tramite Whatsapp».

Passata la fase più acuta della pandemia da Covid, N.L. decide di rivolgersi ad un medico di Messina, il quale le fissa un intervento lo scorso marzo. Dopo essersi sottoposta agli esami di routine pre-ricovero, compreso il digiuno, l’operazione salta per altre sopravvenute urgenze. «Sono stata tre giorni in quello stato senza potermi operare – è il suo sfogo – Mi sono dimessa, e ora siamo al punto di partenza, tra una sanità pubblica carente, una sanità privata che non sa più ascoltare il paziente e le rinomate strutture fuori regione in cui non si riescono a fare nemmeno gli interventi programmati».

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