giovedì,Maggio 2 2024

Gioiosa, chiama l’ambulanza per la figlia disabile ma arriva con 40 minuti di ritardo e senza medico: «Sono senza parole»

La denuncia di Simona Coluccio, mamma di una bambina affetta da gravi patologie. «Sia garantito il diritto alla salute»

Gioiosa, chiama l’ambulanza per la figlia disabile ma arriva con 40 minuti di ritardo e senza medico: «Sono senza parole»

Chiama il 118 per sua figlia, affetta da grave disabilità, ma l’ambulanza arriva a Gioiosa Jonica da Polistena dopo 40 minuti senza medico. A denunciare il nuovo disservizio della sanità calabrese è Simona Coluccio, mamma della piccola Pia, che da anni lotta affinchè venga garantito il diritto alla salute e all’assistenza sanitaria per la sua bambina, affetta da gravi patologie. Da qualche tempo le sue condizioni sono peggiorate, con difficoltà a deambulare e continue crisi epilettiche.

«Questa è la Calabria, i nostri figli dovrebbero avere corsie preferenziali, sono senza parole – è l’amaro sfogo della donna – Pia sta attraversando un periodo difficile, le crisi negli ultimi giorni si sono accentuate di più e sono molto violente. Noi famiglie avremmo bisogno di supporto, invece dobbiamo sopperire a questa sanità calabrese sempre più povera. Pia con i gravi problemi avrebbe priorità come tempo di attesa e come personale. Ringrazio l’infermiere che ha cercato di darci una mano ma non possiamo continuare a accontentarci. Spero che questa mia denuncia arrivi dove deve arrivare, noi non possiamo aspettare, il diritto alla salute deve essere garantito».

Sull’episodio ha detto la sua anche il presidente del tribunale per i diritti del malato della Locride Pino Mammoliti. «Purtroppo il caso di Simona non è l’unico nella nostra terra – ha espresso il penalista locrese – Così come è sempre più crescente l’abitudine di mandare autoambulanze senza medico o ricevere risposta dalla guardia medica di impossibilità di muoversi dalla sede, soprattutto in orario notturno. È assolutamente necessario denunciare tali fatti alla Procura della Repubblica e sperare che la stessa Procura proceda per accertare e perseguire tali indegni fenomeni di degrado sociale e lesione morale e personale commesso da una classe politica regionale e da una direzione ospedaliera nei confronti dei più indifesi».

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