Reggio bene comune traccia un bilancio impietoso del 2019

Il movimento “Reggio Bene Comune” si è presentato alla città solo a settembre ma il lavoro prodotto in questi mesi ne ha tracciato subito un profilo chiaro rispetto al quadro politico cittadino.

«L’azione di denuncia di gravi criticità (dall’emergenza-rifiuti all’abbattimento delle barriere architettoniche) è stata sempre accompagnata da specifiche e pertinenti proposte risolutive che vogliono segnare un cambio di passo nel senso di responsabilità e maturità della politica.

L’anno si chiude con tutta l’area collinare degradata a “discarica cittadina” e finanche molti quartieri centrali vivono un disagio a dir poco sconcertante sul piano dell’igiene e del decoro.

Omissioni, violazioni di “contratti di servizio”, assenza di controlli ed inciviltà dilagante hanno trasformato la città intera in una pattumiera e, tra le “bombe” di fine anno, la peggiore è quella sanitaria. 

Il territorio registra assenze imbarazzanti da parte dei Vigili Urbani che, per ragioni a noi incomprensibili ed ignote, continuano a non operare se non in interventi “straordinari” o ” a chiamata”; comportamento che, con le dovute eccezioni, è stato registrato e documentato troppe volte risultando, all’opinione pubblica, inammissibile.

Chiederemo per tali motivi un incontro pubblico al Comandante del delicato Corpo Municipale per un confronto costruttivo e risolutivo.

Ci siamo prodigati a chiedere una immediata “sospensione” dello stato di pre-dissesto a fronte delle gravi ingerenze mafiose, emerse dall’operazione “mala gestio”, che certificano l’uso “privato” di risorse pubbliche durante quel periodo amministrativo che ha procurato questo gravoso disequilibrio economico-finanziario portandoci al quasi-dissesto.

La battaglia del “debito ingiusto” è madre di tutte le altre perchè se non ripristiniamo giustizia ed equità sociale non possiamo chiedere alcun tipo di collaborazione, o sacrificio, alla cittadinanza già vessata da annosi problemi territoriali.

La riduzione imposta da Sorical rispetto al Servizio Idrico ( a fronte dei debiti  non saldati dal Comune) certifica di fatto la compromissione ed il ricatto di e su un bene primario costituzionalmente garantito rilevando due cose: la prima è che il Comune è in Dissesto “non dichiarato”  ( in quanto non riesce a garantire i servizi essenziali) e la seconda è che i Servizi “pubblici” ( lo dice il termine stesso) vanno liberati da qualsivoglia interesse privato.

“Reggio Bene Comune” opera proprio su questi indirizzi fondamentali per la sopravvivenza e la rigenerazione della città da un punto di vista economico, culturale e sociale e intende ripartire nel 2020 con proposte su : gestione pubblica dei servizi e dei beni comuni, lotta al debito ingiusto,decentramento amministrativo (per restituire dignità ai borghi ed ai centri degradati a “periferie”), garanzia dei servizi essenziali , sostenibilità e trasparenza amministrativa.

 Il prossimo anno, infatti, ci vedrà da subito protagonisti  su queste tematiche a partire da una proposta virtuosa, economica e di forte riduzione di impatto ambientale sul ciclo dei “rifiuti”.

Vogliamo coinvolgere attivamente e propositivamente la cittadinanza, i comitati, le associazioni e tutti quegli organismi intermedi che si fanno contenitori e portatori di istanze concrete del territorio.

Vogliamo una città che si riappropri delle forme più elementari di civiltà garantendo le condizioni essenziali per poter operare, studiare, investire o semplicemente “vivere” dignitosamente. 

Non crediamo alla propaganda retorica delle “grandi opere” ma ad un forte e radicale riordino dell’azione amministrativa ( a costo zero), ad una riduzione delle spese e ad un utilizzo virtuoso dei fondi europei che rilancino il territorio e le sue risorse all’interno di una visione di città che moltiplichi e garantisca opportunità per chi resta e chi vuole tornare.

 Reggio si rialza solo restituendo fiducia ai cittadini e la fiducia riparte dopo concrete azioni di risanamento etico e materiale di un disastro che dura da troppo tempo. 

Il 2019 chiude con “botti i malanovi” ma vogliamo credere in un 2020 con un orizzonte di rientro ad una “straordinaria” normalità».

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