Reggio non attrae investitori stranieri. Ecco i dati del Mise

di Francesco Bolognese

È denominato Italia Startup Visa e si prefigge, fanno sapere dal Mise, “di attrarre nel nostro Paese talenti imprenditoriali da tutto il mondo, invitandoli a scegliere l’Italia come sede per la loro impresa operativa”.

Obiettivo ambizioso e vitale per la penisola italiana, segnatamente per quei territori che hanno il fiato corto complice la congiuntura economica avversa. Il programma lanciato nel 2014 prevede, tra le altre cose, “il rilascio in tempi brevi, e secondo una procedura altamente semplificata, del visto di ingresso per lavoro autonomo a cittadini non Ue che intendono avviare, individualmente o in team una startup innovativa nel nostro Paese”.

Ebbene “al 31 dicembre 2019,a più di 5 anni dall’avvio del programma, risultano pervenute 481 candidature, di cui 250 hanno avuto esito positivo, risultando nel rilascio di nulla osta per la concessione del visto startup”. Tra i Paesi ammessi spiccano “Russia,Cina,Usa, Ucraina, Iran”. I candidati, emerge dal report Mise, «scelgono come meta di destinazione le città italiane che “offrono di più” o dal puntando vista della qualità della vita attesa, oppure dal punto di vista dei servizi offerti localmente agli imprenditori, quali servizi di incubazione, networking o poli di innovazione tecnologica».

Per quanto concerne “l’andamento delle localizzazioni dei destinatari di nulla osta spiccano soprattutto città del centro nord, Milano, Roma e Treviso, su tutte. Appare invece “modesto il numero di coloro che hanno scelto di focalizzarsi nel Mezzogiorno”. Reggio Calabria è assente. È di tutta evidenza che su questo versante gli enti locali possono e debbono dare di più.

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