Parte la petizione: «“Scillesi d’America” c’è. Utilizziamolo»

A Scilla (RC) una imponente struttura sanitaria ampiamente sottoutilizzata. Lo “Scillesi d’America” è struttura da dover tener presente per affrontare l’attuale emergenza sanitaria. Parte la petizione: «“Scillesi d’America” c’è. Utilizziamolo». In un momento di massima emergenza sanitaria la raccolta di firme per chiedere di attrezzare il presidio ospedaliero già esistente.

A pensarci due cittadini, Giovanni Luca Bellantoni e Francesco Rocco Picone, in una lunga lettera indirizzata al ministro alla salute Roberto Speranza, alla protezione civile, al commissario Cotticelli, ai commissari straordinari del Comune di Scilla.

«L’avevamo già evidenziato nella petizione popolare condivisa e firmata da migliaia di cittadini pochi mesi or sono – scrivono in una nota i due promotori – lo ribadiamo oggi con ancora più forza: lo “Scillesi d’America” c’è! Utilizziamolo! Su alcuni organi di stampa si è letto che nella pianificazione per affrontare questo stato di emergenza si pensa a requisire alberghi e hotel per trovare posti letto disponibili.

Beh, a Scilla non ce ne sarebbe bisogno, basterebbe attrezzare la struttura sanitaria esistente e adoperarla in collegamento funzionale con l’hub di riferimento di Reggio di Calabria. E davanti a un’emergenza sanitaria come quella che si profila, non ci può essere Piano di rientro che tenga!

Aupichiamo vivamente che chi ha la responsabilità di programmare le modalità di intervento nel caso l’emergenza interessasse anche il territorio calabrese, si ricordi dell’esistenza di questa struttura sanitaria. Non farlo, significherebbe rifiutare la possibilità di salvare, magari, qualche vita in più. Non sarebbe logico e, per questo, risulterebbe incomprensibile a una popolazione già provata da un decennio di sacrifici per vedersi garantito il proprio diritto alla salute».

Ripercorrono i due promotori, la storia de nosocomio «Il caso dell’ex ospedale “Scillesi d’America” è drammaticamente emblematico. Dopo la chiusura doveva essere riconvertito in “Casa della Salute” con un investimento previsto di oltre otto milioni di euro. Sarebbe stata senz’altro una boccata d’ossigeno in una sanità calabrese ampiamente deficitaria dal punto di vista delle strutture, invece è stata….acqua santa persa!

Sì, perché avere un ospedale o, comunque, una struttura in grado di svolgere una funzione di filtro con l’ospedale hub di Reggio, sarebbe stata una benedizione per gli oltre cinquantamila calabresi che costituiscono il bacino d’utenza del vecchio ospedale “Scillesi d’America”, soprattutto in circostanze speciali come il momento che la popolazione italiana sta vivendo da oramai quasi due mesi.

Lo “Scillesi d’America” è una struttura che presenta ampie possibilità per poter essere sfruttata in caso di necessità: i vari piani dove erano dislocati i reparti ospedalieri sono ancora lì con le loro camere, purtroppo desolatamente vuote; vi erano due sale operatorie di prim’ordine, depredate e svuotate delle apparecchiature nuove che contenevano. Oggi lo “Scillesi d’America” è una scatola vuota che può essere riempita con una spesa ben inferiore agli otto milioni di euro, per poter assolvere, in caso di bisogno, alla funzione che ha adempiuto fin dalla sua fondazione: curare le persone, impedire che muoia chi con poco ed in maniera tempestiva può essere salvato».

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