Coronavirus, Nursid: «Tampone per gli operatori sanitari a contatto coi soggetti risulti positivi»

«Apprendiamo con immenso rammarico ciò che le aziende sanitarie calabresi applicano in merito alla gestione del personale sanitario venuto a contatto diretto con casi COVID-19. In particolare, apprendiamo che, tutto il personale sanitario, che non dispone di idonei DPI, a seguito dì un contatto diretto con caso CODIV-19, non viene sottoposto al test (tampone) per verificarne l’eventuale contagio se asintomatico». Lo afferma in una nota il coordinatore regionale Nursid, Vincenzo Marrara.


E poi aggiunge «Consapevoli che, la salute di tutto il personale sanitario non possa essere volutamente messa a rischio, invitiamo le Aziende Sanitarie della Calabria ad eseguire il test (tampone) a tutti gli operatori che non utilizzando gli idonei DPI siano entrati in contatto, con persone CODIV-19 positivo. In queste giornate stiamo tutti chiedendo sforzi immensi, ai Biologi e ai Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico impegnati giornalmente con le procedure di analisi e diagnosi del nuovo coronavirus, anche agli infermieri e a tutti gli altri operatori sanitari: disponibilità, professionalità e spirito di sacrificio!

Tuttavia non potete chiederci di restare muti di fronte a questa scellerata decisione che potrebbe non solo mettere a repentaglio la salute degli operatori e delle loro famiglie, ma soprattutto potrebbe rallentare il contenimento della diffusione del virus. Ritenendo l’utilizzo delle mascherine chirurgiche un valido dispositivo medico, siamo altresì convinti che non può una nota ministeriale modificarne l’utilizzo corretto.

A tal proposito vale la pena sottolineare che le raccomandazioni del OMS a riguardo devono intendersi come standard minimi, giustificate dalla carenza di DPI a livello globale, e che, in base alla valutazione del rischio. Possono e dovrebbero essere modificate al rialzo. Come noto a tutti gli addetti ai lavori, gli unici DPI capaci di proteggere efficacemente gli operatori sanitari da possibili contagi da COVID-19 sono i facciali filtranti FFP2 e FFP3.

Per frenare efficacemente e celermente il diffondersi del virus e al fine di garantire la sicurezza degli operatori e la loro disponibilità a poter continuare il loro lavoro, chiediamo, come già segnalatovi con nota del 05/03/2020, di dotare di mascherine FFP2 e FFP3 tutto il personale sanitario operante nelle strutture sanitarie Calabresi. Solo un’azione forte e congiunta potrà definitivamente sconfiggere la minaccia del COVID-19.

Inoltre si ribadisce l’importanza a procedere con assunzioni urgenti, potenziamento dei servizi maggiormente in difficoltà e fornitura dei DPI previsti! In attesa di ulteriori risorse aggiuntive nazionali e regionali già sollecitati dalla scrivente, chiediamo: remunerazione prestazione aggiuntive per il personale costretto a lavorare oltre le 7/12 h e comunque garanzia della retribuzione del lavoro straordinario; utilizzo di eventuali residui fondi per retribuire il disagio del personale del comparto sanità coinvolto nell’emergenza o comunque incremento della premialità al fine di poter agevolare lo stesso nella gestione dei figli o familiari da assistere (babysitter, badante….);

preservare le indennità contrattuali per variazione turnistica o trasferimento di reparto in caso di esigenza di servizio; estensione indennità malattie infettive e sub-intensiva/intensiva al personale dei servizi coinvolti; tutela dipendenti affetti da patologie croniche o con stati di immunodepressione; prevedere ove assente, tempo vestizione e passaggio consegne; aumentare il numero di divise per permettere un cambio quotidiano, soprattutto dove non sono presenti armadietti che permettono di separare indumenti puliti e sporchi; prevedere la possibilità al personale di poter usufruire di docce se non presenti – ed infine -potenziamento servizio di sicurezza presso tende pre-triage e servizi a rischio».

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