Coronavirus, Cassalia: «Mancano le mascherine nei luoghi di residenza per la salute mentale»

«Coronavirus, mancano le mascherine nei luoghi di residenza per la salute mentale». a lanciare l’allarme in una nota, Immacolata Cassalia, presidente dell’associazione di Coesione Internazionale Insieme per la Disabilità, Coordinatrice Unasam per la Calabria.

«I servizi territoriali soprattutto quelli rivolti alle persone fragili, soggetti con sofferenza mentale, devono essere un impegno etico oltre una responsabilità sanitaria pubblica, in particolare nella rilevanza dell’attuale emergenza sanitaria del COV19.

A questo si aggiunge interpretazione di norme a carattere generale, alcune inerzie e le disuguaglianze territoriali. Se pur consapevoli che le istituzioni operative contengono restrizioni per l’uso di protezione individuale, in particolare le mascherine previste nel COV19 per le attività sanitarie e sociosanitarie, la provvigione sul nostro territorio viene a mancare.

La popolazione con sofferenza mentale già presente a rischio di mortalità rispetto alla popolazione generale, come diffusamente documentato, tra le stesse persone sono molte frequenti le malattie respiratorie.

La mancanza di protezione e gli stili di vita individuali degli operatori nelle strutture di residenza psichiatriche evidenzia un riconoscimento vulnerabile delle persone deboli nel corso dell’attuale pandemia. Lo stigma sociale non può essere veicolo dell’indifferenza, della discriminazione o a non indurre e non creare un’assistenza sanitaria con comportamenti sani.

Anche se la condizione socio economico ha un ruolo importante, le disuguaglianze nella distribuzione delle necessità sono state sempre associate alla condizione mentale come “figli di nessuno”. La mancanza di provvedimenti adeguati – chiude Cassalia – e strutturali in caso di positività di un ospite può portare a uno sviluppo aggiuntivo di trasmissione. Sarebbe opportuno eseguire dei tamponi visti la debolezza delle azioni di contenimento».

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