«Stimiamo che la sola ‘ndrangheta, in un anno, faccia un fatturato di 30 miliardi di euro nel settore del traffico di stupefacenti. È per questo che esiste un serio rischio sull’assalto delle grandi mafie all’economia in questo periodo. Esse hanno la forza economica». È quanto afferma il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho su RaiTre, nel corso della trasmissione di Lucia Annunziata “In Mezz’ora in più”.
«Oggi – spiega Cafiero – abbiamo una specializzazione nel contrasto alle mafie e una condivisione non solo di banche dati ma fra uomini. Il momento attuale è di grandissima delicatezza. Com’è noto, le mafie mirano a infiltrare l’economia e stringere le relazioni con il potere. Un momento di disagio come quello attuale e di difficoltà economica, apre le mafie a un doppio piano: il consenso sociale (che riguarda i territori in cui le mafie sono radicate) e il piano economico, con la conquista dei settori dell’economia». Ma perché in una simile situazione le grandi mafie riescono comunque a muoversi con facilità: «Sono proiettate nel mondo e si muovono con facilità e rapidità grazie alla loro organizzazione. Hanno reti stabili con cui collegarsi. Movimentando questi contatti, spostano grandi quantità di stupefacenti. Nei porti di tutta Europa esistono reti che sono in attesa e quando il carico sta per arrivare lo recepiscono».
Il procuratore ricorda l’intercettazione dove due mafiosi, nell’interloquire fra loro, affermavano che, per essere mafiosi, bisogna essere grandi imprenditori e non saper sparare ma usare l’indice con il computer. «Dove si aprono opportunità le mafie mettono le loro ricchezze. Esse – ha proseguito Cafiero – hanno bisogno di entrare nell’economia legale per collocare queste ricchezze. E se non entra lo Stato con i propri finanziamenti, entreranno loro. Lo Stato deve difendere l’economia legale e sostenere l’impresa sana. Deve azionare tutti i meccanismi di controllo necessari. E non deve ridurre tutto ad una burocratizzazione del sistema. È necessario che lo Stato sia vicino alle imprese per impedire alle mafie di entrare. Deve dare i soldi e farlo in fretta, controllando, però, che quel che dà sia utilizzato dalle imprese per la loro attività».
Per Cafiero la Sanità è uno di quei settori strategici in cui «le mafie tendono ad infiltrarsi, perché la sanità con le costruzioni rappresentano i canali di maggiore spesa pubblica. Nel momento in cui i finanziamenti vengono dati, debbono essere controllati. Non è pensabile che vengano dati finanziamenti a fondo perduto, senza dare conto che come si siano spesi», ha concluso Cafiero.