Coronavirus, la Patrimoniale per far ripartire l’Italia

di Vincenzo Crupi* – Credo che questa pandemia ci stia dando la possibilità di una seria riflessione sull’attuale situazione socio-economica mondiale. Mai, prima di ora, l’umanità ha prodotto simili livelli di ricchezza, così tanti beni e comfort tali da rendere la nostra esistenza pienamente vivibile. Liberi dalla paura di non poter soddisfare i nostri bisogni primari di cibo, sicurezza, libertà; affrancati dal duro peso del lavoro manuale conosciuto dai nostri avi nei campi, o nelle prime fabbriche, possiamo rivolgere i nostri sforzi per aumentare sempre più la nostra qualità della vita. In poche parole, siamo nella condizione ideale per dedicarci alla ricerca della felicità terrena.

Tuttavia, la distribuzione delle risorse è scandalosamente iniqua, tanto che miliardi di persone non hanno neppure il sostentamento minimo mentre un pugno di super ricchi possiede talmente tanti capitali da risultare inimmaginabile il loro adeguato utilizzo nell’arco di una intera vita.

La crisi economica che deriverà dal COVID-19 imporrà un deciso intervento pubblico e, a quel punto, sarà necessario capire e decidere dove trovare le importanti somme che servono.

Un accordo sovranazionale potrebbe, finalmente, portare ad una consistente redistribuzione della ricchezza. Basterebbe far contribuire, per la maggior parte delle risorse necessarie, chi possiede troppo (la scelta dell’avverbio non è assolutamente casuale).

Penso alle grandi multinazionali del web, ma non solo, ai giganti ciechi e avidi della finanza, le compagnie petrolifere, i produttori di armamenti, i singoli grandi azionisti, banchieri, finanzieri, manager, ecc. Insomma, tutti quei soggetti che continuano ad ingrassare, in questo neo liberismo senza anima, e che sono altrettanto bravi ad evadere e ad eludere il loro dovere di contribuzione fiscale.

Abbiamo sempre sentito una sorta di popolare avversione alla parola “patrimoniale” ma solo perché i populisti hanno sempre saputo cogliere la paura degli indifesi cittadini-consumatori (quello siamo e per quello valiamo in questo sistema) di vedere intaccato quel poco di risparmio accumulato in anni di sacrifici.

Dovremo essere comunicatori credibili e capaci di far capire che il risparmio familiare è sacro e va tutelato, dobbiamo riuscire a far comprendere che il popolo bue e consumatore sta tutto da una parte della barricata e che il “mostro” da combattere è univoco: un’enorme Medusa con in testa serpenti assetati di profitto e potere, una diabolica creatura con una gran dote da sirena incantatrice, capace di attrarre a sé le proprie vittime lusingandole con la promessa di partecipare al grande banchetto della spartizione della ricchezza mondiale.

Quel banchetto siamo noi, il mostro ci invita non come commensali ma come tanti piccole cibarie da gustare attraverso il commercio (accentrato in pochissime mani) di prodotti, per lo più inutili e ingiustificatamente costosi, fabbricati da poche multinazionali che sfruttano il lavoro dei moderni schiavi e depredano risorse che appartengono a tutti. Patrimoniale dunque. Se il nome non piace, chiamiamola come preferite, facciamo solo che sia semplicemente una restituzione di ricchezza alla collettività.

Mi piace pensare, ogni tanto, a cosa porterebbe un aumento considerevole degli stipendi in Amazon e condizioni di lavoro più umane. Amazon guadagnerebbe qualche centinaia di milioni in meno (poca roba in percentuale al suo valore multi miliardario), Bezos avrebbe qualche utile in meno (tanto, non riuscirebbe comunque a spenderlo per quanta ricchezza possiede) ma, decine di migliaia di famiglie potrebbero innalzare di molto la loro qualità della vita.

E sarebbero felici di pagare, in proporzione, più tasse. Anche questa è redistribuzione. Quello che conta è l’obiettivo, poter godere di quello che abbiamo senza dover più pensare che tante donne, bambini, uomini, vecchi, ecc. non posseggono neppure se stessi. Questa sperequazione ci rende indegni del nostro essere umani. Un virus ci ha reso deboli, noi possiamo partire dalla nostra debolezza per ritrovare la forza della nostra umanità.

*Segretario Territoriale UILCA di Reggio Calabria

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google