Coronavirus, l’ospedale fantasma di Gerace, tra incuria e abbandono

Mentre in diverse città italiane per fronteggiare l’emergenza coronavirus vengono realizzati ospedali in tempo record, nella Locride da quasi 30 anni giace una struttura in grado di ospitare ben 120 posti letto, rimasti tali soltanto sulla carta. Si tratta dell’ospedale di Gerace, diventato uno dei simboli dello spreco di denaro pubblico in Calabria, la cui storia affonda le radici nel lontano 1977, allorquando, grazie ad un finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno per un importo complessivo di oltre 9 miliardi di vecchie lire destinato al Comune, furono avviati i lavori per la realizzazione di questa struttura, ubicata presso via Largo Piana, e destinata a presidio ospedaliero con funzioni di luogo di cura di lungodegenza e riabilitazione. Il nosocomio fu completato nei primi anni 90 per poi essere lasciato nel totale degrado e abbandono.

Nonostante catenacci e lucchetti ai cancelli, entrare per fare un giro nei vari reparti è facile. All’interno finestre e porte rotte,apparecchiature mediche distrutte dal tempo e dall’incuria, brande per i ricoveri sulle quali mai un malato può dire di aver riposato, registri con le buste paga dei dipendenti dell’ex Asl di Locri e tappeti di siringhe gettate a terra, mentre fuori una parte della pavimentazione rischia il tracollo. Oggi l’ospedale, alla luce dell’emergenza sanitaria, potrebbe tornare utile, ma rimetterlo a nuovo costerebbe tempo e denaro, due aspetti già abbondantemente sprecati in passato.

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